La situazione è sotto gli occhi di tutti, di buono c’è che – quando disponibile – i vaccini sono in grado di contenere i contagi e, dunque, intravedendo la luce in fondo al tunnel, come ha affermato ieri Draghi, al momento l’unica arma che abbiamo per ‘prendere tempo’, è quella di ‘resistere’.
Per resistere s’intende ‘esporsi’ il meno possibile ad occasioni di contagio, in poche parole: uscire il meno possibile, ed evitare quanto più possibile con persone esterne al proprio nucleo familiare.
Cts al lavoro: zona gialla ‘rafforzata’, e rossa dove i numeri lo esigono, aspettando le vaccinazioni
Dunque, chiamiamolo come preferiamo ma, l’orientamento è ancora una volta quello di ‘ripararci sotto ombrello del lockdown‘ o meglio, delle chiusure ne weekend, accanto a restrizioni molto vicine a quelle che abbiamo vissuto lo scorso Natale.
Dunque è a questa ipotesi che il Cts starebbe lavorando: una zona gialla ‘rafforzata’ e localmente, laddove i ‘numeri lo esigono’, applicando i dettami della zona rossa. Contemporaneamente, velocizzare la trasmissione dei dati, così da poter disporre misure ed eventuali restrizioni in relazione a situazioni minacciose, in ‘tempo reale’.
Cts al lavoro: oltre i 250mila casi ogni 100mila abitanti scatterà in automatico la zona rossa
Dunque, a quanto si apprende, superando la soglia dei 250 casi ogni 100mila abitanti, scatterebbe in automatico la zona rossa, anche perché, hanno rimarcato gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico, ridurre l’incidenza dei contagi consente e semplifica il contact tracing, oggi impossibile.
Inoltre, accanto ai vaccini e ai restringimenti, sarà ulteriormente affinata la rapidità del sequenziamento dei contagi, così da poter identificare per tempo, la presenza di eventuale varianti virali.
Max