(Adnkronos) – “Io non sono contro le correnti, ma mi aspetto dal nuovo Csm un risveglio della magistratura come organo di governo indipendente, sganciato da qualunque condizionamento esterno. La cosa più importante è voltare pagina e restituire alla magistratura credibilità. E’ arrivato il momento di guardare oltre le correnti che hanno svolto un ruolo fondamentale e alle quali io stesso mi sono riferito”. Gregorio Capasso è il Procuratore di Tempio Pausania, una piccola Procura nel cuore della Gallura, in Sardegna, che ha deciso di candidarsi, da indipendente, al Consiglio superiore della magistratura. Dopo avere girato nei giorni scorsi tutto il Sud Italia, è venuto anche in Sicilia, dividendosi tra Palermo e Agrigento. “Ci tenevo ad andare a vedere l’aula dedicata al giudice Rosario Livatino”, racconta in una intervista all’Adnkronos. Il prossimo 21 settembre, in concomitanza con il 32esimo anniversario dell’uccisione del ‘giudice ragazzino’ Capasso inaugurerà proprio a Tempio Pausania la sala conferenze del Tribunale, con la partecipazione del Procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio. “La memoria è molto importante…”, dice quasi sottovoce. Ad Agrigento Capasso ha anche incontrato alcuni magistrati del Tribunale, dal Procuratore facente funzioni Salvatore Vella ad altri giudici. “E’ stato un incontro bello…oltre che interessante “, spiega il magistrato. Mentre poche ore dopo ha partecipato, ma solo su Teams, alla riunione con il distretto di Palermo. “Ho potuto vedere il tribunale di Palermo solo dall’esterno…”, chiosa il magistrato, seduto al bar Sanremo a due passi dal Palazzo di giustizia.
Ma perché il Procuratore Capasso, che rappresenta l’accusa del processo al figlio di Beppe Grillo, Ciro, e ai suoi tre amici, imputati per il presunto stupro di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese di 19 anni in Costa Smeralda, ha deciso di candidarsi al Consiglio superiore della magistratura? E poi da indipendente. “La candidatura nasce dal fatto che siamo in un momento storico particolare – spiega Gregorio Capasso – Le correnti fino ad oggi hanno svolto un ruolo fondamentale ma in questo momento occorre andare oltre. È un fatto storico e culturale”. E aggiunge: “Auspico che il nuovo Csm sia composto da magistrati ‘indipendenti’, di qualunque estrazione culturale siano, che rappresentino l’intera magistratura. E’ importante che siano magistrati competenti, che abbiano coraggio, passione, e che facciano rialzare la testa alla intera categoria”. Per Capasso il Csm deve essere “la casa dei magistrati”. Una “casa trasparente, di vetro”.
Ma chi è Gregorio Capasso? Nato a Napoli il 18 settembre del 1963 è stato nominato magistrato nel 1989, svolgendo il tirocinio da uditore presso il Tribunale e la Procura della Repubblica di Roma.
Successivamente, nel marzo 1990, Gregorio Capasso ha assunto le funzioni presso la Procura della Repubblica di Crotone dove è rimasto sino al dicembre 1993. Capasso ha svolto per un periodo le funzioni presso la Procura della Repubblica di Palmi e successivamente è stato trasferito alla Procura della Repubblica di Latina, dove ha svolto le funzioni per oltre 20 anni. Nel luglio 2018 è stato nominato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, dove attualmente svolge le funzioni. “Ho maturato una notevole, specifica esperienza nel settore requirente svolgendo le funzioni di PM ininterrottamente dal marzo 1990 ad oggi, oltre 33 anni – scrive nel suo curriculum – in realtà giudiziarie diverse quali: Crotone, Palmi, Roma, Latina e dal l 23/07/2018 ad oggi Tempio Pausania.
Il magistrato ricorda che al momento “mancano 1.600 magistrati in Italia” e “i concorsi non bastano”. Ecco perché, al momento “l’unica soluzione è quella di distribuire meglio le risorse”. Preferisce non parlare della riforma Cartabia, ma sottolinea che è “innegabile che ci sono parti della riforma della giustizia che incidono sull’autonomia interna ed esterna dei magistrati”. Ma ribadisce più volte che “la cosa più importante al momento è restituire credibilità alla magistratura”. Anche se i problemi strutturali nel suo ufficio non mancano. “Io non ho un dirigente amministrativo – spiega – e sono costretto a fare un lavoro che non mi compete. Ho un personale amministrativo ridotto all’osso, pochi giorni fa sono finalmente arrivati, dopo 4 anni, due funzionari in organico, ma il territorio della Procura di Tempio Pausania è molto vasto, fin troppo”. Mancano anche i pm. “Ho sempre lavorato con il 50 per cento dell’organico”, dice. “A fine anno dovrebbero arrivare tre nuovi giovani magistrati, che dovrebbero alleviare i nostri disagi”, spiega.
Poi, parlando della sua esperienza da magistrato Capasso, dice: “Da 34 anni faccio il magistrato inquirente, sono stati in numerosi distretti, ho girato l’Italia e ho fatto processi molto importanti; essere eletto al Csm per significa per me rappresentare tutta la magistratura, a prescindere dalle correnti”. Ma perché i suoi colleghi dovrebbero votarlo domenica e lunedì? “Perché sono un candidato indipendente – risponde Capasso – e lo sono davvero…. E perché vorrei un Csm vicino ai magistrati e vicino ai territori, in questo momento storico avverto uno scollamento tra l’organo di autogoverno e la base dei magistrati, soprattutto quelli giovani”. Poi, resta in silenzio un attimo, e aggiunge: “E non sono soggetto a poteri esterni. Conosco tutte le criticità degli uffici e potrei intervenire con la giusta conoscenza ed esperienza”.
E se dovesse essere eletto al Csm, chi rappresenterebbe in futuro l’accusa nel processo a Grillo Junior, che riprende il prossimo 21 settembre, con la deposizione – tra gli altri testi -della moglie di Beppe Grillo, Parvin Tadjk? “L’ufficio del pm è impersonale – replica Capasso – Non è importante che ci sia io o un altro, l’importante è che l’ufficio venga rappresentato nel migliore dei modi. Chi va in udienza sa fare il proprio mestiere e sarà adeguatamente supportato. Lascerei l’accusa in una condizione tale da potere entrare nel processo. Non è certo questo un problema…”. Capasso guarda l’orologio. E’ tardissimo, lo aspetta in aereo che lo porta a Roma per poi andare a Bologna e proseguire la sua ‘campagna elettorale’. E il 21 settembre riprende il processo a Grillo junior e ai suoi tre amici accusati di stupro di gruppo. (di Elvira Terranova)