Il presidente Mattarella punta sul suo vice David Ermini per limitare i danni dell’inchiesta di Perugia. “O sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi, o saremo perduti” ha dichiarato, vantando di non avere rapporti con i principali nomi interessati dall’indagine, ovvero Palamara, Lotti, Ferri.
Csm, le novità dall’inchiesta di Perugia
Il momento del Csm è a dir poco drammatico, forse il più negativo dai tempi della loggia massonica P2. Ieri altri due consiglieri, Gianluigi Morlini di Unicost e Paolo Criscuoli di Magistratura indipendente hanno dovuto infiggersi un’auto sospensione. L’organo è così praticamente decimato, dopo le dimissioni di Luigi Spina di Unicost, e l’auto sospensione di Antonio Lepre e Corrado Cartoni di Mi.
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Mentre il Csm si avvicina sempre più allo scioglimento per l’avvicinarsi al minimo numerico di membri, il Quirinale attraverso Ermini detta i punti dell’intervento che si preannuncia duro.
Ermini esorta chi di dovere ad auto sospendersi, evitando uno tsunami che finisca per coinvolgere l’intero organo. È così che arrivano le decisioni di Morlini e Criscuoli di farsi da parte.
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“Bachelet è stato ucciso in quanto simbolo dell’indipendenza della magistratura. Io non lo dimentico mai” ha sostenuto Ermini in sede di assemblea. E poi le linee guida della Presidenza della Repubblica: “criterio cronologico” per le nomine e blocco del sistema “a pacchetto”, oltre all’osservanza delle sole motivazioni scientifiche e nessuno spazio per la discrezionalità.
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