Il drastico crollo del rublo ha scatenato in tutta la Russia una corsa ai beni di lusso. La gente, impaurita, ha convertito già da tempo i propri risparmi in euro o in dollari, ed ora si sta scatenando nell’acquisto di quanto è possibile, dai beni alimentari agli articoli hi-tech. File lunghissime fuori da tutti i negozi, con la Apple costretta a chiudere il proprio store online e con Ikea e Samsung che anche aggiornando i prezzi stentano comunque a stare dietro alle convulsioni del rublo. Si sono registrate code di macchine provenienti dai paesi limitrofi, gente che vuole approfittare del momento per togliersi qualche sfizio e fare man bassa dei prodotti. Tutto esaurito per quanto riguarda i più lussuosi concessionari, che sono stati svuotati di ogni tipo di automobile: dai Suv Porsche e Toyota alle utilitarie asiatiche. Questo ha consentito al mercato una ripresa dopo i primi 10 mesi del 2014 che avevano registrato una perdita del 18%. Anche se la maggioranza degli acquirenti, in generale, provengono da Bielorussia, Armenia e Kazakhistan.
Una calma soltanto apparente quellza che regna su Mosca, in realtà dominano panico e isteria di fronte ad un’economia in ginocchio, tra il rublo alle stelle, l’inflazione, il prezzo del petrolio ai minimi, una fuga di capitali senza precedenti e una recessione annunciata. Dopo i 16 anni dal default, nei quali si è registrata una crescita impetuosa, i russi si scoprono vulnerabili e meno forti di quanto la propaganda del Cremlino affermasse. Sotto lo sperpero di questi giorni si cela però un disastro incombente, e che avrà ripercussioni gravi sul turismo già da quest’estate, soprattutto in Italia.
Per limitare l’uscita di capitali dalle banche russe e l’ulteriore aggravarsi della situazione, di un rublo che viaggia con una fiammata di oltre il 10 per cento con le quotazioni a meno di 60 rubli per dollaro, è stato emesso un pacchetto di misure d’emergenza annunciato dalla Banca di Russia, che include un sostegno sia dell’istituto centrale che da parte del governo a ricapitalizzare le banche nel 2015 in quella che si profila come una probabile nazionalizzazione. Inoltre le compagnie aeree hanno prima aumentato del 23 per cento il prezzo dei voli internazionali ed oggi è stata annunciata di fatto la sospensione delle prenotazioni. Una rete di sicurezza fatta per isolare il sistema bancario ed evitare una fuga dei depositi che potrebbe avere conseguenze incontrollabili per Mosca.
Dalla riunione d’emergenza convocata dal Medvedev nella giornata di ieri, il premier ha parlato del rublo come di una moneta ad oggi “sottovalutata”, aggiungendo che il suo cambio “non riflette l’attuale situazione economica”. Il capo del governo tuttavia trova “senza senso imporre una regolazione estremamente rigida in questa sfera” ed auspicando mosse basate su meccanismi di mercato. Assicurando inoltre che la Russia “ha le riserve necessaria per conseguire tutti gli obiettivi economici e politici”. Anche Vladimir Putin è intervenuto in merito, dichiarando la possibilità di uscire dalla crisi, nel peggiore dei casi, in due anni, e che il ritorno ad una crescita è inevitabile.
“Il muro di Berlino è crollato, ma si costruiscono nuovi muri nonostante i nostri tentativi di collaborare – ha aggiunto Putin -. L’espansione della Nato non è forse un muro, un muro virtuale?”. “I nostri partner si credono un impero, ci vogliono vassalli”, ha detto, escludendo categoricamente che la crisi sia “il prezzo della Crimea”.
Si è espresso sulla questione il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan dichiarando che la stabilità russa “è nell’interesse di tutti”, giudicando poi positivamente le misure per la stabilizzazione del tasso di cambio: “la Russia è nel mezzo di una crisi finanziaria, è importante che questo venga fermato”.