(Adnkronos) – Alla vigilia della prova dell’aula di domani, dal Pd si rincorrono voci ‘speranzose’. Qualcosa più di auspicio, rispetto al fatto che domani ci sarà ancora un governo e sarà guidato da Mario Draghi. Anche oggi è proseguito il lavoro, mai interrotto negli ultimi giorni, di ricucitura per garantire il perimetro più ampio possibile della maggioranza di unità nazionale. Con tutti i 5 Stelle o con una parte.
“Domani in Parlamento, ascolteremo quello che tutti diranno, daremo il nostro sostegno al governo e, in base a cosa verrà detto, faremo le nostre valutazioni”, ha detto Letta sul rapporto con i 5 Stelle alla Festa de L’Unità di Roma. “Il nostro auspicio è che la maggioranza che ha sostenuto il governo Draghi confermi domani il voto di fiducia”. ha aggiunto sottolineando: “Questo governo è nato in Parlamento e quello che conta sono le parole che si dicono in Parlamento. Noi chiediamo a tutte le forze politiche della maggioranza di ascoltare domani Draghi e dire la loro. In Parlamento ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Per me è la cosa migliore”.
“Il nostro auspicio è che la maggioranza che ha sostenuto il governo Draghi confermi domani il voto di fiducia”, ha detto ancora Letta, affermando: “In Italia c’è da febbraio dell’anno scorso un governo eccezionale che mette insieme quelli che andranno gli uni contro gli altri alle elezioni. E’ evidente che le differenze sono enormi, tantissime. Noi con quella destra non c’entriamo niente. Per noi la battaglia sullo Ius Scholae è una battaglia decisiva per il Paese. Ed è naturale che man mano che si avvicina alla fine della legislatura aumentino i distinguo, vengano fuori i punti identitari in maniera più evidente. Questa crisi nasce in parte da questi aspetti”.
Enrico Letta stamattina è stato ricevuto a palazzo Chigi dal premier Mario Draghi. Il segretario “è stato molto abbottonato” con i suoi interlocutori sull’esito dell’incontro. Anche durante la riunione del coordinamento dem. “Serve continuità”, la parola d’ordine dell’incontro. E il mood che circola tra i parlamentari dem è quello di spiragli di apertura da parte del presidente del Consiglio.
Il segretario Pd avrebbe sottolineato con il premier la spinta del ‘Paese reale’, dei sindaci. E poi le rassicurazioni sul fatto che i 5 Stelle, o comunque una loro parte, saranno della partita. “Per quello che noi sappiamo -dice un deputato Pd- Conte ha fatto sapere che potrebbe anche votare la fiducia ma che c’è lo zoccolo duro dei falchi al Senato…”. Tra i parlamentari gira anche la voce di un pressing di Beppe Grillo sul leader M5S a non uscire. E poi, sul versante Lega, prevale la convinzione che Matteo Salvini non si assumerà la responsabilità di portare al Paese alle elezioni in autunno. “Basta vedere le dichiarazioni di Sangalli oggi. Quello è il bacino elettorale della Lega”.
Oggi erano anche circolate voci su una presunta tattica d’aula allo studio dei contiani. Votare la fiducia domani per addossare la responsabilità di aprire una crisi sul centrodestra di governo, che da giorni parla di Draghi bis senza M5S. Ma tra i dem è forte la convinzione che anche con un voto di fiducia a favore dei 5 Stelle, Fi e Lega ci starebbero comunque. Intanto a sera, dopo l’irritazione per l’incontro di Draghi con Letta, anche i leader del centrodestra sono stati ricevuti a palazzo Chigi. E anche questo viene letto come un segnale positivo dai dem. Poi se domani dovesse essere superato lo scoglio della crisi, si aprirà il fronte della strategia per le elezioni. E quanto si è consumato in questi giorni, comunque vada a finire, per molti dem ha compromesso profondamente il rapporto con i pentastellati.