In realtà il timore di dover fronteggiare eventuali reazioni ‘violente’ dovute al disagio sociale, era già ben presente già dagli ultimi giorni del terribile lockdown al quale siamo stati sottoposti per ovvi motivi. Molti ricorderanno infatti quando, specie al Sud, la sofferenza economica e la conseguente ‘fame’ diedero vita a qualche isolato caso di ‘spesa proletaria’, fortunatamente subito compensato dall’impegno dei comuni e delle associazioni di volontariato – Caritas diocesane in primis – pronte ad assicurare derive alimentari e pacchi per tutti.
Ora però, nonostante il lockdown sia passato, per molti italiani – specialmente fra quelli che lavoravano in nero, i precari, ecc – purtroppo la situazione non è affatto cambiata. Il governo (almeno sembra) fa quel che può, ma come sappiamo, se non si muove l’Europa – Recovery Plan – i soldi non ci sono.
Ora a far paura davvero è cosa ‘potrebbe accadere’, quando scadrà il blocco dei licenziamenti. Inevitabilmente, oltre a quanti ‘non troveranno lavoro’, si andrà aggiungere anche un esercito di licenziati, esasperando il clima sociale. Ovviamente nessuno auspica tensioni o scontri però, c’è anche da porsi dalla parte di chi non sa come fare per dar mangiare alla propria famiglia.
Per questo motivo, non potendo ancora intervenire economicamente per appianare la situazione (non ci sono abbastanza soldi per milioni di Rdc), il governo sta già da tempo approntando un piano di prevenzione e ‘risposta’ (e qui veramente speriamo bene).
Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese (nella foto), non può far altro che confermare il timore dell’esplosione di una rabbia sociale: ”Il rischio è concreto, a settembre vedremo l’esito di questa crisi che ha colpito le aziende. Vediamo negozi chiusi, cittadini che non hanno la disponibilità di provvedere ai propri bisogni quotidiani. Il Governo ha posto in essere tutte le iniziative per andare incontro a queste necessità. Il rischio però è concreto ribadisce la ministra – Vedo oggi un atteggiamento di violenza verso le nostre forze di polizia, a cui deve andare il ringraziamento di tutti gli italiani. Le forze di polizia tutelano l’ordine democratico e tante volte non viene inteso in questi termini. Questi comportamenti violenti nei confronti di chi ci tutela sono assolutamente da condannare“.
Dunque, ha spiegato la Lamorgese intessendo ad ‘Agorà’, su Raitre, ”l’obiettivo del governo è evitare il crearsi di nuovi focolai. Stiamo ponendo in essere tutte le attività necessarie per monitorare, controllare ed evitare nuovi arrivi che potrebbero determinare un nuovo focolaio”. Quanto ad un secondo lockdown (che sarebbe ‘anche una soluzione’ per prevenire tensioni), , Lamorgese sottolinea che “non possiamo ignorare la possibilità di un ritorno del virus come la comunità scientifica ci sta purtroppo dicendo. I nostri atteggiamenti devono essere ancora più responsabili perché sarebbe certamente complicato e difficile ritornare in una situazione di lockdown’’.
Un tema, quello della sicurezza, che investe da vicino anche la questione migranti e, commenta ancora la responsabile dell’Interno, ”I tempi sono quelli delle attività parlamentari. Noi stiamo lavorando per chiudere il testo in tempi brevi. Oggi è la terza riunione che facciamo, abbiamo fatto dei passi avanti, mi sembra che ci sia una convergenza su tanti punti. Su provvedimenti complessi c’è la discussione ma la mediazione è importante’’. Motivo per cui la ministra si sbilancia affermando che ”Credo che arriveremo a quelle che saranno le modifiche in materia di immigrazione che potrebbero anche andare oltre le osservazioni della Presidenza della Repubblica. Potrebbero riguardare il sistema di accoglienza, i casi da valutare per la protezione umanitaria. Stiamo lavorando su questi punti ma sono ottimista, credo che arriveremo ad una soluzione condivisa. Oggi sarà un incontro importante. Vedo che c’è una attenzione da parte di tutti i gruppi ma soprattutto il desiderio di arrivare ad un provvedimento valido, accettato da tutti e che abbia dei segnali di cambiamento rispetto al passato”.
Infine, le imminenti elezioni di settembre: “firmerò il decreto in questi giorni per le elezioni il 20-21 settembre. Per il referendum e le suppletive la firma verrà portata in Consiglio dei ministri e le Regioni procederanno in autonomia secondo le norme statutarie. Noi ci auguriamo che ci sia un election day per i giorni 20 e 21 di settembre’’.
Max