“C’è un prezzo per attivare il sistema immunitario. Quando abbiamo l’influenza con mal di testa e febbre, è causata dall’attivazione del sistema immunitario. Con il vaccino, ovviamente, l’attivazione del sistema immunitario è molto più blanda rispetto a quanto avviene con l’infezione. Sicuramente stimolare il sistema immunitario ripetutamente non è una cosa buonissima. Penso che la terza dose, accoppiata magari con l’infezione da Omicron, possa dare una protezione prolungata”. E’ quanto ha affermato il Prof. Andrea Crisanti, commentando la situazione Omicron a sulla risposta vaccinale rispetto all’attuale pandemia.
Certo, ha poi aggiunto il noto virologo romano, ma in forze a Padova, intervenendo su la 7, ”Se ci sarà da fare la quarta dose, la faremo. Spero non ci sia bisogno della quinta dose. Bisogna investire su vaccini duraturi“.
Tuttavia, complici oggi gli esiti del monitoraggio settimanale condotto dalla cabina di regia, la variante Omicron sembra mostrare una battuta d’arresto. Ma l’esperto mostra comunque cautela: “Lunedì avremo dati più sicuri per capire se la curva è in discesa o se si tratta di un effetto apparente. Tra 2-3 settimane abbiamo un’opportunità fantastica per cercare di eliminare tutte le restrizioni. La discesa della curva ci dice che la maggior parte della popolazione è immunizzata e resistente al virus. Se qualcuno si infetta, avrà un’infezione leggera“.
Ma, come dicevamo, attenzione a lasciarsi andare a facili entusiasmi perché, spiega il virologo, non è una variante da sottovalutare: ”Il numero dei morti ci ricorda che questa non è un’influenza. Se la variante Omicron ci avesse colto impreparati, senza vaccini, quello che è successo nella prima e nella seconda ondata sarebbe stato solo un aperitivo. Un vaccino che garantisce una protezione di 4 mesi ci pone in una posizione precaria. Se avessimo un vaccino che dà una protezione di un anno – ha quindi concluso il Prof. Crisanti – saremmo in una situazione diversa e potremmo immunizzare le popolazioni dei paesi a basso reddito che sono la vera culla delle varianti”.
Max