Persona perbene, preparato, in quanto membro più anziano all’interno del Direttorio, a Vito Crimi è toccato prendere il comando della nave nel pieno della burrasca. Ad una manciata di giorni dalle regionali poi, il discutibile ‘passo indietro’ di Di Maio ha avuto lo stesso effetto di una frustata. Del resto, la ‘forzata convivenza con ‘l’odiato’ Pd alla fine ha presentato il conto e, tra i due schieramenti, ha pagato quello meno avulso alle regole di Palazzo, proprio perché totalmente lontano da certe logiche.
In tutto ciò lui, Crimi, senza la minima lamentela ha preso in mano le redini di un Movimento che, ‘scosso’ da una sorta di ‘indiscutibile diktait’ piovuto dall’alto, ha di fatto sparigliato propositi e speranze dei singoli deputati, la maggior parte dei quali non ha gradito preferendo cambiare aria. In realtà però questo, se non nell’aspetto politico, non ha cancellato le centinaia di migliaia di persone che animano e seguono il Movimento. Ecco, ora la sfida è ricompattare il tutto, seguendo finalmente una linea precisa.
Chiamato dunque a commentare l’esito di queste regionali, per l’ennesima volta il buon Crimi ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, affrontando la ‘fossa dei leoni’ (i social): “Ogni volta che un risultato elettorale non ci sorride – scrive il neo capo politico – sento partire il solito coro che scandisce all’unisono: il Movimento è finito, è in ginocchio, sta scomparendo. In più, questa volta, viene dato per scontato il ritorno del bipolarismo, come se le elezioni in due Regioni equivalessero al voto nazionale. Anche questa volta li deluderemo perché, chi dice questo, non ha capito cosa sia veramente il Movimento 5 Stelle, del perché siamo nati e quali sono gli ideali che ci guidano e ci rendono diversi da tutti gli altri. Il voto delle regionali – prosegue Crimi – ha sempre visto il Movimento raccogliere risultati inferiori rispetto alle tornate nazionali, ma va riconosciuto che in Calabria ed Emilia Romagna i risultati sono stati inferiori alle aspettative. Questo però non ci induce ad arrenderci: semmai è vero il contrario. Abbiamo già avviato il lavoro di organizzazione che ci consentirà un maggiore coordinamento e ci permetterà di essere più presenti sui territori. Sarà fatica e sudore, ma so che siamo in grado di farlo. A una condizione: quella di restare uniti, di non lasciarsi irretire da facili sirene, di ricordare sempre quali sono gli obiettivi e le motivazioni che ci hanno portati nelle istituzioni e alla guida del Paese“.
Poi Crimi entra nel merito della questione e, tra le righe, sottolinea la difficoltà di ‘agire da partito’ in un contesto partitico, ma non credendo per vocazione però al concetto di partito: “A volte ci si trova a dover scegliere tra il consenso e il bene dei cittadini, non sempre le due cose coincidono. C’è la ricerca del facile consenso, quello di chi ad agosto fugge dalle responsabilità che si era assunto nei confronti dei cittadini italiani. E poi c’è il consenso guadagnato con il sudore, che richiede tempo, pazienza e resistenza. Il consenso che arriva solo attraverso il lavoro incessante, la progettualità a medio e lungo termine, la capacità di immaginare e costruire il nostro futuro. Il MoVimento è tutto questo – tiene giustamente ad osservare il capo politico – Quello che stiamo facendo e continueremo a fare contribuirà a renderà questo Paese migliore e più vivibile. Ci vorrà tempo, ma il consenso arriverà e non sarà effimero, ma il risultato di un buon lavoro. Ora non resta che continuare a lavorare pancia a terra con il governo che, dopo queste elezioni, deve proseguire nel suo percorso“.
Max