Ha fatto discutere il convengo di ieri in Senato a cui hanno partecipato, tra gli altri, Vittorio Sgarbi e Andrea Bocelli. Un incontro che qualcuno ha denominato ‘di negazionisti’. Un’etichetta sgradevole da cui ci tiene ad allontanarsi Alberto Zangrillo, prorettore dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Intervenuto ai microfoni dell’Adnkronos Zangrillo ha spiegato il suo punto di vista, come quello di altri medici, affermando che i dottori, professori universitari, ricercatori, non sono negazionisti: “Essere definito negazionista dopo aver visto personalmente ognuno dei circa 1.200 malati di Covid-19 curati al San Raffaele, dopo aver lavorato notte e giorno fino al 18 aprile nelle 5 rianimazioni dell’ospedale e dopo aver personalmente trasportato malati gravissimi nel mio reparto, mi porta a considerare gli autori delle accuse quali persone in malafede, che si espongono al rischio di querela per diffamazione”.
Zangrillo ci ha tenuto a dire la sua sulla questione, mettendo un punto sulla figura di medici e dottori: “Il medico cura, dice la verità, si preoccupa responsabilmente, infonde coraggio e, se sostenuto dalle evidenze, esprime fiducia e ottimismo”.
Ancora: “Il medico ha una visione completa della complessa situazione sanitaria, che impone di dare risposte anche alle patologie che non si prevengono con la mascherina e il lavaggio frequente delle mani. Chi continua a scuotere la testa e allargare le braccia di fronte alle evidenze ha evidentemente altri interessi e farà presto una pessima figura”, ha concluso.