“C’è un drammatico mutamento dell’indice di rischio attribuito alle singole regioni: dodici regioni e province autonome sono ad alto rischio, otto sono a rischio moderato, di cui due in progressione a rischio alto nelle prossime settimane, e una sola regione è in questo momento a rischio basso. Quando tutti i parametri peggiorano contemporaneamente, abbiamo l’obbligo di prendere nuove misure, proporzionali al rischio di una diffusione incontrollata dell’epidemia”.
E’ quanto affermato stamane alla Camera dal ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’ambito delle comunicazioni legate alle imminenti restrizioni con le quali arginare l’avanzata dell’emergenza coronavirus.
Dunque il Paese deve assolutamente lavorare per arginare una “diffusione incontrollata” del covid, soprattutto – come detto – rispetto alla situazione di ben 12 regioni giudicate ad alto rischio, avendo oltrepassato i limite di sicurezza dell’Rt, fissato a 1.
“In Italia non facciamoci portare fuori pista dalla circostanza che attualmente abbiamo un numero di casi leggermente più basso rispetto ad alcuni altri grandi Paesi europei – avverte giustamente Speranza – I dati dell’ultima Cabina di monitoraggio sono molto chiari e non vanno assolutamente sottovalutati”. Oltretutto, aggiunge il ministro, “per la prima volta nell’ultima settimana, dopo 6 settimane, il dato di Rt è superiore a 1”.
Nello specifico, illustra il ministro della Salute, ”I dati ci dicono che l’Rt, calcolato sui casi sintomatici, è pari a 1,03, e tre Regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel livello inferiore di valutazione; 6 Regioni lo superano nel valore medio, una lo raggiunge e 3 lo sfiorano”.
Per quel che riguarda invece l’incidenza, aggiunge Speranza, ”quella nazionale, a 14 giorni, torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita; negli ultimi 14 giorni passiamo da 305,47 nuovi casi per 100mila abitanti nel periodo 14-27 dicembre a 313,28 nuovi casi nell’arco temporale che va dal 21 dicembre al 3 gennaio. E nonostante la settimana in valutazione sia stata caratterizzata da un numero più basso di tamponi nelle giornate festive, si osserva di nuovo un aumento dell’incidenza nel Paese, che oggi è di 166,02 per 100mila abitanti in una settimana“.
Dunque, spiega il ministro, “l’incidenza su tutto il territorio nazionale è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino dell’identificazione dei casi e del tracciamento dei loro contatti. E con un valore di incidenza settimanale maggiore di più di 3 volte del tetto di 50 nuovi casi, considerato la soglia massima gestibile dai servizi sanitari nazionali, non c’è da meravigliarsi se aumentano sensibilmente il numero di nuovi casi non riconducibili a catene di trasmissione note, che sono passati da 31.825 a 40.487″.
Altro fattore non da poco, tiene e rimarcare Speranza, ”è l’effetto automatico dell’aumento del contagio e dei tassi di incidenza”, cioè, continua, “è il progressivo sovraccarico delle strutture ospedaliere. Sempre nel report della Cabina di monitoraggio, si rileva che sono passate da 10 a 13 le Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva o in area medica sopra la soglia critica. In particolare, per quel che riguarda il tasso di occupazione delle terapie intensive, va rilevato che a livello nazionale torna ad attestarsi sopra la soglia critica del 30%”.
Max