“Per il futuro, dovrebbe essere usato dall’inizio un approccio precauzionale, ammettendo che una malattia respiratoria può diffondersi da persona a persona, a meno che non venga accertato il contrario“.
Poche righe ma di una chiarezza disarmante. E’ quanto viene riassunto da uno specifico rapporto, che proprio l’Oms ha incaricato di stilare all’Independent Panel for Pandemic Preparedness and Response, un team di esperti, chiamati a capire il perché di questa immane tragedia planetaria.
Evitare pandemie future: mai più ‘lentezze’ sia da parte Oms che dai leader internazionali
Ebbene, dopo aver approfondito gli scenari socio-politici coinvolti in questa terribile escalation, gli esperti sono giunti ad una conclusione a dir poco imbarazzante: intanto anche la stessa Oms ha una sua responsabilità, per aver omesso, almeno fino al 30 gennaio, che ci si trovava nel bel mezzo di un’emergenza sanitaria estesa ai quattro punti cardinali e, dunque, di aver indugiato fino all’11 marzo del 2020, per ammettere e dichiarare la pandemia. Una situazione allo stesso modo ‘trascinatasi’ anche in termini di ‘risposte’ dalla maggior parte dei leader internazionali.
In sostanza, spiega il dettagliato rapporto, maggior attenzione e sensibilità da parte dei più grandi paesi internazionali, avrebbe potuto generare una risposta molto più rapida, ‘solo’ osservando con più partecipazione l’emergenza esplosa in Cina già nel 2019, e poi ‘spalmatasi’ a livello globale un anno dopo, quando era ormai già troppo tardi.
Evitare pandemie future: il ritardo delle autorità cinesi prima e quello dell’Oms a seguire
Ovviamente il team di ricerca non è entrato nel merito ‘scientifico’ rispetto alle origini del Sars-Cov-2 ma, diversamente, ha capillarmente esaminato i comportamenti delle autorità locali predisposte al monitoraggio degli aspetti sanitari di ciascun paese.
Un’analisi per certi versi ‘impietosa’ quella emersa. Ad esempio, osservando i comportamento dei cinesi, e di conseguenza anche dell’Oms, è sconcertante il ritardo con il quale ci si è reso conto che il coronavirus andava via via diffondendo tra la popolazione di Wuhan. Così come, allo stesso modo, il conseguente ritardo con il quale il mondo intero è stato poi ‘allarmato’, riguardo la letalità di un virus capace di replicarsi all’interno degli esseri umani, con una contagiosità impressionante.
Una ‘lezione’ dalla quale (oltre che ‘pentirsene’), sia l’Organizzazione mondiale della sanità, che i paesi più virtuosi, debbono attingere per non dover ricadere di qui a breve in una seconda catastrofe che, soprattutto economicamente, significherebbe un totale tracollo finanziario.
Evitare pandemie future: come per l’Independent Panel for Pandemic Preparedness and Response
Dunque, il rapporto dell’Independent Panel for Pandemic Preparedness and Response, raccomanda il giusto atteggiamento da adottare, indicando allo stesso tempo quante e quali soluzioni seguire. In tal senso anche l’opera di sorveglianza esercitata dalla stessa Oms va assolutamente rinforzata e concentrata, attraverso l’attribuzione di poteri specifici.
All’interno del documento che raccoglie il rapporto, è infatti inserito uno specifico trattato internazionale che suggerisce l’istituzione di un apposito Consiglio globale, dedicato proprio alle minacce alla salute. Quindi, come dicevamo, maggiore spazio di indagine per l’Oms, che dovrà avere anche la possibilità di pubblicare – senza doverne rendere conto a nessuno – informazioni sulle epidemie.
Evitare pandemie future: fondamentale dotare le casse dell’Ipff di appositi fondi d’intervento
Infine, viene indicata l’esigenza di poter contare su nuove risorse economiche per l’Ipff (International Pandemic Financing Facility), per un budget annuale di spesa compreso fra i 5 ed i 10 miliardi di dollari (per prepararsi a fronteggiare le pandemie), più un fondo tra i 50 ed i 100 miliardi, da impiegare in caso di dollari in caso di emergenza.
Del resto, leggere oggi che il Covid è “catastrofe globale si poteva evitare”, fa davvero ribollire il sangue…
Max