(Adnkronos) – Covid Italia, da domani tutte le regioni saranno in zona bianca. Anche la Sardegna dunque passa nella fascia di minor rischio. Intanto, mentre si avvicina la fine dello stato d’emergenza con il Paese che si prepara a una nuova fase con nuove misure e regole, nell’ultimo bollettino segnala 29 ricoverati in più con sintomi e +5 in terapia intensiva con 45 ingressi del giorno. Sono stati 73.357 i nuovi contagi da Coronavirus ieri in Italia, secondo i dati e i numeri Covid del bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute. Sono stati registrati inoltre altri 118 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 504.185 tamponi con un tasso di positività al 14,5%.
La variante Omicron 2 è diventata ormai dominante in Italia. Sintomi, durata, incubazione: tutto quello che c’è da sapere Secondo il quadro delineato dall’Oms è diventata la ‘regina’ di Sars-CoV-2 a livello globale. “Negli ultimi 30 giorni il sottolignaggio BA.2” di Omicron “è diventato predominante, con 251.645 sequenze (85,96%)” caricate sulla piattaforma Gisaid. Lo scrive l’Organizzazione mondiale della sanità nel suo ultimo report settimanale sulla pandemia di Covid-19.
Ma quali sono i sintomi? E quanto dura l’incubazione? La sottovariante BA.2 di Omicron sembra essere più trasmissibile rispetto ad altre varianti di Sars-CoV-2″, ha affermato Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici Covid-19 dell’Agenzia europea del farmaco Ema. Più contagiosa quindi, ma con sintomi lievi in generale. La variante Omicron 2 non sembra infatti provocare effetti più gravi rispetto alla ‘versione base’ di Omicron. Naso che cola, mal di testa, stanchezza con dolori muscolari, starnuti e mal di gola sono stati i sintomi più segnalati. Segnalati anche casi di nausea e diarrea. Rispetto alla versione ‘tradizionale’ del covid, associato in particolare alla variante Delta, appaiono meno frequenti le segnalazioni alla perdita di olfatto e gusto, sintomi ‘spia’ della malattia nelle precedenti ondate.
I sintomi più lievi rischiano di essere confusi con sindromi da raffreddamento, quindi, molto comuni nei mesi invernali e decisamente diffusi tra i bambini. E ora con la primavera è importante anche non confonderla con allergie e riniti di stagione.