Il nuovo Dpcm è pronto, la firma arriverà entro stasera e le nuove norme anti-contagio saranno attive a partire da domani. Non è un ritorno al recente passato, ma una prima inversione di marcia verso il periodo delle restrizioni. Erano mesi, infatti, che il premier Giuseppe Conte non ricorreva ad un Dpcm.
Misura resa necessaria dall’inversione di tendenza dei contagi, in aumento settimana dopo settimana. I numeri non preoccupano ancora troppo, ma la pericolosa tendenza all’incremento dei casi è evidente. Lo ha spiegato anche il ministro della Salute Roberto Speranza intervenuto in Parlamento: “Non c’è più una dinamica di territorialità come all’inizio – ha detto – In questa seconda fase i numeri segnalano che la crescita è diffusa e generalizzata. Nessuna Regione può sentirsi fuori dai rischi che tutto il Paese corre. Da 9 settimane c’è una tendenza di crescita del contagio”.
La Francia dovrà affrontare un nuovo ‘mini lockdown’, in Inghilterra i casi sono in vertiginoso aumento. L’Italia in questo senso può porsi in una situazioe di vantaggio rispetto all corsa del virus: “L’Italia ha numeri notevolmente più bassi rispetto ad altri Paesi europei – ha spiegato Speranza – E’ evidente che siamo in una cambio di fase, c’è una inversione di marcia con il ripristino delle misure restrittive. È una tendenza chiara che riguarda tutti i Paesi europee e riguarda anche noi”.
Il ministro della salute ha poi analizzato le misure da adottare: “Lavoriamo per aumentare i livelli dei controlli perché gli assembramenti sono un rischio reale che non possiamo permetterci. Dobbiamo ricordare le regole essenziali come il lavaggio delle mani, oltre al’uso delle mascherine, è questo il Dpcm che approveremo. Sarebbe profondamente sbagliato dividersi su queste che sono le indicazioni della comunità scientifica per provare a contrastare il virus”.