Covid, “speranza da mix sostanze naturali”: lo studio

“La situazione sanitaria è sempre più tesa. La diffusione della variante Omicron è fenomenale, dimostrando che non si può contare soltanto su vaccini, terze e successive dosi comprese, magari ogni 6 mesi, per ottenere una parziale protezione. Le inconsistenze delle politiche sanitarie in risposta alla pandemia hanno generato un clima di incertezza e sfiducia nella popolazione. Uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto superiore di sanità, dell’Università Sapienza di Roma, dell’Università di Tor Vergata di Roma, dell’Irccs e dell’Università San Raffaele Roma e dell’Università di Miami ha dimostrato che una combinazione di sostanze naturali (polifenoli e attivatori delle sirtuine) inibisce la replicazione virale e ne riduce l’infiammazione”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Camillo Ricordi, cervello tricolore in forze negli Usa, direttore dell’Istituto di ricerche sul diabete e del Centro trapianti cellulari alla Miami University. 

“Trans-resveratrolo, pterostilbene, acido ellagico e onochiolo sono ingredienti chiave del composto A5+, contenuto nel prodotto SIRT500 Plus. Tale prodotto era stato inizialmente sviluppato per rallentare i processi dell’invecchiamento. I risultati ottenuti su diverse linee cellulari hanno dimostrano per la prima volta una inibizione importante della replicazione virale, dopo infezione sia con il virus dell’influenza A che con quello del Sars-CoV-2”, aggiunge lo scienziato che ricostruisce la genesi del progetto. 

“Ricercatori internazionali stanno lavorando a un progetto che, nato come ‘Batman Project’ e ora ribattezzato Fit4Pandemic.org, ha l’obiettivo di rendere la specie umana ‘resistente’ a gravi infezioni virali, autoimmunità (dal diabete di tipo 1 alle altre 100 malattie autoimmuni che colpiscono il 20% della popolazione) e malattie croniche legate all’invecchiamento (che colpiscono oltre il 90% degli over 60) – prosegue Ricordi – associate anche alle gravi complicanze del Covid-19. I pipistrelli hanno imparato, evolvendosi negli ultimi 70-80 milioni di anni, a diventare resistenti a tali pandemie. L’obiettivo è ora rendere resistente anche la specie umana.  

“Sono in corso studi – spiega Ricordi – per definire i meccanismi associati a questa importante inibizione della replicazione virale in vitro, che sembra non essere limitata ad una singola variante di virus. Questi risultati potrebbero aprire la strada allo sviluppo di strategie terapeutiche ‘naturali’ per mitigare o bloccare la progressione di infezioni virali, in aggiunta ai vaccini e altre terapie farmacologiche”, rimarca lo scienziato che lamenta l’assenza di interesse da parte dell’industria farmaceutica: “In assenza di grossi interessi farmaceutici, forse anche per la semplicità, l’assenza di brevetti e i costi limitati dei trattamenti proposti, sono indispensabili urgenti impegni istituzionali e di associazioni benefiche per portare avanti la verifica clinica rigorosa dei protocolli proposti”.  

Fit4Pandemic.org e l’alleanza per la cura (www.the curealliance.org) lanciano un appello “per individuare possibili collaboratori, fonti istituzionali e private, a sostegno di questa iniziativa che potrebbe cambiare le prospettive sanitarie internazionali, non soltanto nell’ambito della pandemia Covid”, conclude Ricordi.