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Covid, Speranza: “C’è una nuova ondata di Covid che sta toccando in maniera significativa l’Europa”

La Francia ha superato 60mila contagi e la Germania 70mila. Insomma siamo di nuovo in una fase tutt’altro che semplice, c’è una oggettiva crescita dei contagi, ma abbiamo i numeri migliori in Europa. Servono però piedi per terra e attenzione”.

Intervenendo nell’ambito dell’assemblea Cna, il ministro della Salute, prendendo spunto dagli esiti del monitoraggio settimane della curva epidemiologica, ha tenuto a rimarcare che “Siamo ancora in una fase non facile, c’è una nuova ondata di Covid che sta toccando in maniera significativa l’Europa“.

Speranza: “Questa stagione ha mutato le esistenze, i destini ed i modi di vivere e di confrontarsi”

Come ha poi aggiunto Speranza, proprio in coincidenza della Giornata mondiale dei diritti umani, ”Credo che ogni giorno in cui continua la battaglia contro il Covid-19 ci indichi in qualche modo una sfida ancora incompiuta, che chiama l’impegno di tutti noi. In questo anno e mezzo sia stato davvero indimenticabile. Credo che sulla pelle di ciascuno di noi, sulla pelle di ciascun cittadino del mondo, ci sia fino in fondo la consapevolezza di quanto questa stagione abbia mutato esistenze, destini e modi di vivere e di confrontarsi”.

Speranza: “La salute è un diritto fondamentale, che noi dovremmo provare a garantire in ogni angolo del mondo”

“Credo però – ha proseguito il ministro della Salute – che proprio un tempo così difficile, così sfidante, ci offra l’opportunità di cogliere a fondo alcune delle questioni essenziali che riguardano l’esistenza di ciascuno di noi e sulle quali ancora tanto c’è da fare”. Quindi il ministro ha poi tenuto a precisare che – così come descrive la nostra Carta Costituzionale – “la salute è un diritto fondamentale. Un diritto che noi dovremmo provare a garantire in ogni angolo del mondo. Io penso che questa sfida per i diritti umani, che è appunto una sfida ancora incompiuta a livello globale, lo sia particolarmente se si guarda all’ambito della salute”.

Speranza: “Serve piena fiducia nella scienza e non ci devono essere ambiguità su questo terreno”

Riguardo alla situazione italiana, ha poi affermato Speranza, “siamo arrivati ad oltre 100 milioni di dosi di vaccino anti Covid in meno di un anno, abbiamo l’88% di persone vaccinabili sopra gli 11 anni che hanno avuto una dose e l’85% che ha completato il ciclo. Negli ultimi giorni crescono le persone che fanno le prime dosi, abbiamo superato i 10 milioni di richiami. Gli incerti e gli insicuri si convincono. Serve piena fiducia nella scienza e non ci devono essere ambiguità su questo terreno”.

Speranza: “Donare dosi di vaccino ai Paesi poveri del mondo è fondamentale ma non basta”

Ora, ha inoltre tenuto sottolineare il ministro, “donare dosi di vaccino anti-Covid ai Paesi poveri del mondo è fondamentale, ma io credo che donare non basta: insieme al dono c’è bisogno di un sostegno organizzativo, logistico e strutturale alle campagne di vaccinazione nelle nazioni più svantaggiate, ai loro sistemi sanitari, da mettere in atto se necessario anche con forme nuove, inedite di cooperazione internazionale, multilaterale, bilaterale. Questo è un punto sul quale penso che ancora il nostro pezzo di mondo debba fare uno sforzo enorme”.

Speranza: “Il tema non è solo donare dosi, ma è costruire modelli organizzativi e logistici per poi utilizzarle”

Tuttavia, ha quindi concluso Speranza, sempre rispetto agli aiuti ai paesi altrimenti impossibilitati a poter disporre dei vaccini, “non c’è solo una questione di dosi, di produzione e di donazione di dosi, questione pure giusta su cui c’è un impegno fortissimo anche del nostro Governo e in modo particolare del ministero degli Esteri. Il tema non è solo donare dosi” ma, ha ribadito, “è costruire modelli organizzativi e logistici che mettano nelle condizioni di poter utilizzare a fondo queste dosi. Perché se l’Italia distribuisce 100 milioni di dosi di vaccino Covid-19 come ha fatto in meno di un anno, accade non solo perché ce le ha, condizione necessaria, ma non sufficiente. Per far arrivare 100 milioni di dosi dove devono arrivare, c’è bisogno di Servizi sanitari nazionali che funzionino, di qualità, e purtroppo questo non c’è in tutto il mondo”.

Max