“Riaprire quando i dati” sull’emergenza coronavirus in Italia “lo permettono, diciamo quello che dice Draghi, non aprire in zona rossa, ma non possiamo stabilire oggi 30 marzo che per tutto aprile non si parla di riaperture”. Lo dice Matteo Salvini, nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Stampa estera a Roma, smentendo posizioni diverse tra Lega e premier. “Decidere oggi – sottolinea il leghista – che se ne riparla a maggio è scientificamente sbagliato, chiediamo che nel decreto del Cdm sia inserito che se i dati migliorano dopo Pasqua, si pensi alle riaperture”. “Se Speranza dice no ci dica in base a cosa lo dice”, continua.
“Sto lavorando perché l’Italia esca dal tunnel”, sottolinea poi Salvini, tagliando corto con chi gli chiede se si sente responsabile per aver spesso sostenuto il fronte aperturista dei ristoranti prima della terza ondata, avendo incoraggiato comportamenti scorretti anche sulle mascherine. “Chiedete all’ex presidente del Consiglio se ha fatto quanto fosse giusto, l’estate scorsa qualche ministro stava scrivendo un libro su come aveva sconfitto il covid, che ha dovuto ritirare”, ricorda quindi Salvini, con riferimento al ministro della Salute, Roberto Speranza. “La ricetta Speranza, tutti chiusi a casa, toglie speranza”, fa poi un gioco di parole sul nome del ministro.
Puntiamo a “salute, lavoro, scuola e aperture. Messo in sicurezza il paese torneremo a dividerci, sarà giusto che la parola torni agli elettori”, spiega poi Salvini parlando delle prospettive dell’alleanza di governo, con particolare riferimento al Pd.
“La corsa al vaccino? Se c’è di mezzo salute non ci devono essere argomenti di geopolitica, spero che Ue si esprima sullo Sputnik, se funziona allora dico perché no?”. Lo dice Matteo Salvini, nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Stampa estera a Roma. “Ma dobbiamo aspettare l’ok Ue, non possono essere le singole regioni a approvvigionarsi”, continua.
“Le Regioni non vanno così avanti sulla vaccinazione” sono in difficoltà “perché mancano i vaccini”. “Spero – spiega – che i vaccini arrivino entro aprile”.
“Chi deve pagare in Ue sui vaccini? Non sono io a chiedere la testa di Tizio e Caio, ma si deve sapere chi ha sbagliato e che quel qualcuno ne paghi le conseguenze”. “In Lombardia – dice – è stato cambiato l’assessore e il sistema informatico”, ricorda Salvini.
“Lo Ius Soli? La normativa attuale prevede che la cittadinanza sia una scelta a 18 anni, non è biglietto per un giro di giostra”, afferma il leghista, che continua: “Non è priorità né per il Parlamento, né per gli immigrati. Sono altre le priorità”, dice.
“Sulle politiche migratorie lo stesso premier Draghi dice che quello che c’è ora non funziona, o si controllano le frontiere o l’Europa rischia di essere un concetto astratto”, dice ancora spiegando la sua idea di Europa. “Draghi che dice ‘bene se arrivano cose dall’Europa, altrimenti facciamo da soli’ non mi pare un pericoloso sovranista”, aggiunge Salvini.
“Trattative in corso per nuovo gruppo europeo? Sarò a Budapest il primo aprile per rilanciare una nuova idea di Europa, non per un gruppo. Certo, se domani i due gruppi che sono divisi, i conservatori e ‘identità e democrazia’ si fondessero, sarebbero il secondo gruppo in Europa”, spiega quindi parlando dei futuri assetti in Ue. Poi avverte: “L’ingresso della Lega nel Ppe non è all’ordine del giorno”.
“Sono assolutamente contrario all’ipotesi di ingresso della Turchia in Ue, ragionare di democrazia con Erdogan è inutile”, sostiene, continuando: “Non si può tollerare oltre il ricatto di quello che è un regime islamista, il dialogo è ormai concluso”.
“Io guardo al futuro, ora ragioniamo di mettere in sicurezza un Continente, occorrono buoni rapporti con la Russia, secondo me. Spero che la nuova Ue allacci nuove relazioni con la Russia”, spiega. “Lasciare all’abbraccio cinese la Russia non mi sembra una buona cosa”, afferma il legista.
Sul capitolo Brasile, “rinnovo la stima per Bolsonaro, non ho elementi per giudicare delle accuse di genocidio, anche io ho 3-4 processi”, dice rispondendo a una domanda di un giornalista brasiliano, che chiede della gestione dell’emergenza Covid del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, e delle misure nei confronti delle minoranze etniche.