Dunque, come orma purtroppo fin troppo noto, continuano a salire i ricoveri ospedalieri per Covid, e più di una regione si sta avvicinando alla zona rossa.
Come ha commentato il presidente della Fondazione, Nino Catabellotta, “A meno di ‘iniezioni’ di posti letto dell’ultima ora o di modifica dei criteri per classificare i pazienti Covid ospedalizzati, entro fine mese numerose regioni andranno in zona arancione e qualcuna rischia la zona rossa. Un colore che certificherebbe il fallimento nella gestione della quarta ondata, nonostante la disponibilità di vaccini molto efficaci nel prevenire la malattia grave”.
Il Gimbe: “Nell’ultima settimana i ricoveri ospedalieri sono stati del +31,2% in aera medica, e del +20,5% nelle terapie intensive
Entrando nel merito della pressione ospedaliera, in questa ultima settimana il Gimbe ha rilevato 4.155 accessi in area medica (+31,2%), e 285 nelle terapie intensive (20,5%). Come spiega il report, “c’è un netto aumento di nuovi casi (1.207.689 contro 810.535) e dei decessi (1.514 contro 1.102). In forte crescita anche i casi attualmente positivi (2.134.139 contro 1.265.297), le persone in isolamento domiciliare (2.115.395 contro 1.250.993), i ricoveri con sintomi (17.067 contro 12.912) e le terapie intensive (1.677 contro 1.392)”. Nel dettaglio, si legge ancora, ”Nella settimana 5-11 gennaio, c’è stato un aumento del 49% dei nuovi casi con incidenza che in 56 province supera i 2.000 per 100mila abitanti“.
Il Gimbe: “L’obbligo vaccinale per gli over 50 al momento ha prodotto soltanto 73.690 vaccinati…”
C’è purtroppo da dire che, diversamente da come si pensava, ”La recente introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 al momento non ha sortito grandi effetti visto che in questa fascia anagrafica i nuovi vaccinati sono solo 73.690“. Sempre nell’ambito delle vaccinazioni, segue il report del Gimbe, ”Nella settimana 3-9 gennaio si registrano 483.512 nuovi vaccinati (+62,1%) rispetto ai 298.253 della settimana precedente. L’aumento riguarda in particolare la fascia 5-11 (267.412; +53,3%) e quella 12-19 (61.778; +65,5%)“.
Il Gimbe: “Oltre 8,6 milioni di persone senza dose, 2,21 mln dei quali over 50 ad elevato rischio malattia grave e ospedalizzazione”
Preoccupa poi costatare che “Sono oltre 8,6 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino, di cui quasi 3 milioni nella fascia 5-11 anni”. Inoltre, degli 8,6 mln senza una dose, precisa il documento, ”oltre 800 mila sono nella fascia 12-19 e 2,21 milioni sono over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione”.
Cartbellotta: “L’incremento dei nuovi casi sfiora il 50%, siamo in una fase critica della pandemia”
In merito ai nuovi casi, negli ultimi 7 giorni, spiega ancora Cartabellotta, “si è registrata un’ulteriore impennata di nuovi casi che hanno superato quota 1,2 milioni, con un incremento che sfiora il 50% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che aumenta da 128.801 del 5 gennaio a 172.559 l’11 gennaio. Ci troviamo in una fase estremamente critica della pandemia in cui distorte narrative ottimistiche appannano l’insufficienza delle misure per rallentare la curva dei contagi e sottovalutano i rischi per la salute delle persone e per l’economia del Paese“.
Cartabellotta: “Ospedali nel caos a causa di una popolazione suscettibile troppo numerosa”
Dunque, osserva poi il responsabile del Gimbe, ”Le elevate coperture vaccinali ammortizzano in maniera rilevante l’impatto della circolazione virale sui servizi ospedalieri. Tuttavia, l’enorme quantità di nuovi casi in continua crescita sta progressivamente saturando gli ospedali sia perché ‘incontra’ una popolazione suscettibile troppo numerosa (2,2 milioni di 0-4 anni non vaccinabili, 8,6 milioni di non vaccinati e oltre 15 milioni in attesa della terza dose) sia, in misura minore, per i fenomeni di escape immunitario della variante omicron”.
Il Gimbe: “I nuovi casi stanno limitando gli interventi programmati a danno di pazienti gravi, così come i positivi i servizi essenziali”
Infine, conclude il report settimanale, ”L’ingente numero di nuovi casi, in continua crescita, dopo aver mandato in tilt i servizi territoriali sta determinando la progressiva saturazione degli ospedali, con limitazione degli interventi chirurgici programmati – anche in pazienti oncologici – e la riduzione delle capacità assistenziali, anche perché il personale sanitario è ormai allo stremo. In secondo luogo, l’enorme numero di persone positive sta progressivamente paralizzando numerosi servizi essenziali: dai trasporti alla scuola, dalla sanità agli uffici pubblici”.
Max