In Italia “purtroppo avremo di nuovo le corsie” degli ospedali “piene di non vaccinati gravi, perché la variante Delta” del coronavirus “è molto veloce a infettare le persone non vaccinate e ancora una volta dovremo riconvertire i reparti in reparti Covid e rimandare ancora le cure ai pazienti che continuano ad aspettare da ormai due anni per patologie altrettanto importanti o che nel frattempo peggiorano e diventano importanti. E’ veramente intollerabile secondo me”. Così ad Agorà su Rai 3 Guido Rasi, docente di microbiologia all’università di Tor Vergata e consulente del commissario all’emergenza Figliuolo.
“Oltretutto – ha avvertito l’ex direttore Ema – la variante Delta è più aggressiva e purtroppo infetterà anche molti vaccinati senza causare la malattia grave. Quindi avremo un numero che aumenta di persone da seguire a casa, probabilmente vaccinati che hanno avuto la Delta in forma leggera”.
“Sono dell’idea che per alcune categorie l’obbligo” vaccinale “deve scattare dal 31 agosto perché devono ripartire alcune attività. Parlo di quelli che sostanzialmente già ce l’hanno, ma va fatto in maniera ancora più stretta e sono gli insegnanti, il personale sanitario, le forze dell’ordine e tutte quelle persone che sono esposte al pubblico. Questo perché è il virus che lo chiede, è la variante Delta”, ha continuato Rasi. “Pur essendo concettualmente favorevole all’idea di cercare di persuadere” le persone – ha spiegato Rasi – “il virus purtroppo detta lui i tempi e non ci lascia la scelta”.
“Sicuramente continuiamo a vedere gli effetti benefici del vaccino contro il dramma verso il quale si andrà con la variante Delta senza il vaccino – ha assicurato lo scienziato – e continuiamo a persuadere. Bisogna giocare tutte le carte che si hanno perché la variante Delta contagia in 10-15 minuti, mentre prima il virus contagiava il 30-45 quindi contagia a una velocità enorme; i vaccini perdono un 15% di potere con la variante Delta quindi dell’80% che vacciniamo avremo una quota minore protetta. Questo – ha ammonito l’esperto – deve far prendere delle misure, non è un fatto ideologico. Io sono sempre stato contro l’obbligo ma sono arrivato alla determinazione che in questo particolare momento l’obbligo vaccinale serve entro una certa data. Prendiamo atto – ha ribadito Rasi – che è il virus che lo decide, noi lo dobbiamo purtroppo seguire o anticipare il più possibile”.
Prorogare la durata del Green pass a 12 mesi? “Mi auguro che la decisione sarà presa in base ai dati scientifici che ogni 48 ore arrivano, si aggiornano e sicuramente un’estensione va vista alla luce di evidenze che la supportano”, continua Rasi.
L’estensione della durata del passaporto verde “sicuramente pone una riflessione” perché “uno dei motivi che sembra essere sempre più evidente nella reinfezione delle persone – spiega Rasi – sembra sia proprio la diminuzione dell’immunità. Diminuzione che non si sa bene se duri 6 mesi, 9 mesi o di più. Sicuramente estendere il Green pass era un’idea molto saggia perché non c’erano evidenze di doverlo far scadere così in fretta, adesso – avverte però lo scienziato – iniziano ad esserci le prime evidenze e io so che il dibattito è acceso”. E “sono assolutamente d’accordo che sono i dati che devono guidarci”.