In quelle giornate interminabili di lockdown, quando Conte diede le chiavi del Paese in mano ai virologi, come e cosa animava internamente il Comitato Tecnico Scientifico (Cts)? E ancora: quanto, realmente e, soprattutto dove, il Covid-19 costituiva una minaccia tale da indurci a non uscire di casa?
Un po’ come fossero gli ‘x-file’ secretati dalla Cia sull’esistenza degli alieni, e poi resi pubblici dopo anni di ‘insabbiamenti’, allo stesso modo il governo ha deciso di rendere pubblici i verbali delle riunioni del Cts, che sfociarono nel vari Dpcm (alcuni dei quali contestatissimi).
Oltretutto, ed ora avremo finalmente modo di appurarlo, in quelle settimane girarono più voci secondo le quali, in realtà il lockdown sarebbe dovuto scattare solamente per alcune regioni del Nord, particolarmente ‘toccate’ dall’emergenza sanitaria. Ma onde evitare ‘problemi e strumentalizzazioni, si optò per una più ‘democratica’ chiusura generale.
Ma torniamo alla notizia, a farsene carico è stata la Fondazione Luigi Einaudi la quale, senza perdere troppo tempo, ha subito pubblicato sul proprio portale i verbali relativi alle riunioni tenutisi il 28 di febbraio, il primo marzo, il 7 marzo, il 30 marzo e, infine, il 9 aprile.
Purtroppo, c’era da immaginarselo, alla notizia delle pubblicazione, tale è stata la dimensione dell’ondata di curiosi, addetti ai lavori, media e gente comune, che il sito della Fondazione è letteralmente andato in tilt. Lo spiega la stessa Fondazione, avvertendo che “Come temevamo il nostro sito è collassato per l’enorme numero di utenti in contemporanea. Abbiamo comunque voluto rispettare l’impegno preso e le informazioni relative ai verbali del Cts sono le uniche al momento reperibili”.
Del resto, premettendo che per questo esecutivo “la trasparenza è una regola fondamentale”, il ministro della Salute, Roberto Speranza (nella foto), ieri nel corso dell’informativa in Senato, annunciando la consegna alla Fondazione, ha spiegato che ”I verbali del Cts sono stati consegnati a chi ne ha fatto richiesta”.
In realtà di suo la Fondazione scrive che se ieri sera i legali della Luigi Einaudi (Rocco Todero, Andrea Pruiti Ciarello ed Enzo Palumbo), hanno avuto l’ok del governo a poter pubblicare, è perché in realtà è stato richiesto dal presidente della stessa: “Tutto ciò è divenuto possibile grazie all’appello lanciato E’ stato così accolto l’appello che il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, ha rivolto al presidente del Consiglio Conte di far prevalere informazione e trasparenza rispetto ad elementi di tale rilevanza per la vita dei cittadini italiani”.
C’è inoltre da aggiungere che, soltanto pochi giorni fa, non soltanto i partiti dell’opposizione, ma soprattutto l’autorevole Copasir, attraverso il suo direttore aveva richiesto la cosiddetta desegretazione dei verbali.
Insomma, alla fine, ‘tutti’ volvano che i verbali divenissero pubblici, e da oggi lo sono… o quasi…
Max