Nel Lazio ad oggi “non è prevista alcuna apertura di nuovi posti letto Covid. Non ce n’è alcuna esigenza, poiché lo scenario in cui ci troviamo finora è quello più basso”. Lo comunica in una nota l’Unità di Crisi Covid della Regione Lazio.
“Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica attualmente è di appena il 2%, 38 punti in meno la soglia di allerta, così come il tasso di occupazione in terapia intensiva pari al 3%, è 10 volte più basso della soglia di allerta. Pertanto, in queste condizioni, non vi è alcuna esigenza di aprire posti letto Covid. La priorità rimane la vaccinazione”, rimarca l’Unità di crisi della regione.
Sulla situazione nel Lazio si sofferma anche Francesco Vaia, direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma. “In questa fase non dobbiamo spaventare gli italiani sbattendo in prima pagina aumenti a volte improbabili di ricoveri, che non esistono, o di contagi. In questa fase si contagia per lo più la popolazione più giovane che ancora non è stata vaccinata: i ragazzi, giustamente, si rivedono, vogliono andare in vacanza, abbiamo ripreso una mobilità. Noi dobbiamo prendere coscienza di questo: abbiamo bisogno di vaccinare i più giovani e anche gli over 60 che ancora mancano. Dobbiamo spingere in questa direzione”, evidenzia Vaia all’Adnkronos Salute.
“La stragrande maggioranza degli italiani – osserva Vaia – ha capito che il vaccino è uno strumento efficace contro la pandemia perché serve a prevenire la malattia grave, l’ospedalizzazione e la mortalità, come dicono tutti i numeri in nostro possesso. Inoltre, previene anche il contagio. Ma il vaccino non è una pozione miracolosa, ha una sua quota di rischio che conosciamo e sappiamo. Però più popolazione vacciniamo, tanto più riduciamo il rischio della circolazione del virus e, come successo con altre pandemie, finirà anche questa perché avremo raggiungo un’immunità di popolazione”.