Covid oggi Italia, nuovo record contagi: variante Omicron corre

Continuano a crescere i contagi covid in Italia con la variante Omicron che corre. Salgono incidenza e Rt, sono in aumento i ricoveri nei reparti d’ospedale e l’occupazione delle terapie intensive. Sono altre 4 le regioni (Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia) che da lunedì 3 gennaio passeranno in zona gialla dove sono già altri 7 territori (Liguria, Marche, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Calabria, province autonome di Trento e Bolzano). Il resto dell’Italia resta in zona bianca per ora. 

Nuovo balzo dei contagi, il bollettino
 

Sono stati 144.243 i nuovi contagi da coronavirus registrati nelle ultime 24 ore, 155 i morti. Sono stati 1.224.025 i tamponi processati con un tasso di positività all’11,78%%. Sono stati 34 gli ingressi in terapia intensiva da ieri, per un totale di 1.260, mentre sono stati 284 i ricoverati con sintomi che portano il numero complessivo a 11.150. In totale i guariti sono 5.087.297, 22.579 nelle ultime 24 ore. 

Iss: salgono incidenza e Rt

 

Salgono incidenza e Rt in Italia e sono in aumento i ricoveri per Covid e l’occupazione delle terapie intensive. E’ quanto emerge dai dati del monitoraggio della Cabina di Regia sull’epidemia da Sars-Cov- 2, riferiti dall’Istituto superiore di Sanità in una nota. Continua ad aumentare rapidamente l’incidenza settimanale dei contagi da Sars-Cov-2 che si attesta a 783 casi su 100.000 abitanti nel periodo che va dal 24 al 30 dicembre, contro i 351 per 100.000 abitanti registrati tra il 17 e il 23 dicembre, secondo il flusso dei dati del ministero Salute. Anche l’Rt è in crescita. Nel periodo che va dal 7 al 20 dicembre, il parametro, medio calcolato sui casi sintomatici, si è attestato a 1,18, leggermente in aumento rispetto alla settimana precedente e ancora al di sopra della soglia epidemica. E’ stabile invece, ma ancora sopra la soglia epidemica – Rt 1,1 – l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero. 

In aumento, in Italia, il tasso di occupazione dei pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva che raggiunge la media nazionale del 12,9% – secondo la rilevazione del ministero della Salute al 30 dicembre – rispetto al 10,7% rilevato lo scorso 23 dicembre. Sostenuto l’aumento anche del livello di occupazione, da parte di pazienti Covid, dei reparti ordinari di area medica che si attesta al 17,1% – al 30 dicembre – rispetto al 13,9% (rilevazione 23 dicembre). 

Nell’ultima settimana, 24-30 dicembre, la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in diminuzione, e si attesta al 21% contro il 27% della scorsa settimana. I dati indicano “in forte aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione, 124.707 contro 62.669 della settimana precedente. È in aumento, infine, la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% contro 45%) e aumenta anche la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (31% contro 28%)”, si legge nel report. 

Due le Regioni/Province autonome classificate a rischio alto, mentre 18 risultano a rischio moderato. Tra queste, 7 Regioni/PA sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto. Una Regione/PA è classificata a rischio basso, stando a quanto emerge dai dati del monitoraggio della Cabina di Regia sul Covid-19. 

Brusaferro
 

La variante Omicron è in netta crescita, nelle prossime 3-4 settimane aumenteranno ricoveri e terapie intensive. Così Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e portavoce del Cts, nel video in cui illustra i dati del monitoraggio dell’epidemia di Covid-19. 

Per quanto riguarda la Omicron, dall’ultima flash survey che monitora le varianti di preoccupazione (Voc) di Sars-CoV-2 in Italia effettuata il 20 dicembre, emergeva “una co-circolazione”: un quadro in cui “la variante Delta era ancora prevalente, ma la variante Omicron era in netta crescita, con percentuali superiori al 20%”. La media nazionale è pari al 21%, “anche se con grandi differenze da regione a regione”. “La prossima survey sarà fatta lunedì prossimo, il 3 gennaio”, ha annunciato Brusaffero. Dalla tabella mostrata in slide, il dato maggiore risulta quello dell’Umbria, con Omicron al 64,7%, seguita da Toscana e Basilicata al 50%, e da Lombardia e Valle d’Aosta al 40,4% e 40% rispettivamente. 

“E’ importante ricordare che, soprattutto con la forte circolazione e la forte trasmissibilità della variante Omicron, le persone che non hanno ancora iniziato il ciclo vaccinale” anti-Covid “è opportuno lo inizino quanto prima, proprio per proteggersi anche da questa variante”. “Vediamo che i numeri” dei non vaccinati “sono ancora significativi”, sottolinea mostrando una slide dalla quale risultano oltre 3,4 milioni di italiani senza dosi di vaccino, specie nella fascia 40-49 anni (quasi 1,3 milioni), seguita dalla fascia 50-59 anni (quasi 1,1 milioni). 

Si è visto in questi giorni come anche “il numero di tamponi stia crescendo in maniera significativa: quotidianamente si supera la soglia del milione di test che vengono effettuati. Confrontando le curve con la stagione precedente, vediamo che i casi sono in netta crescita. Ma anche le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva, sebbene molto inferiori rispetto all’anno precedente, sono in crescita”. 

Zona gialla da 3 gennaio per Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia
 

Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia in zona gialla da lunedì 3 gennaio. Il cambio di colore per rischio Covid sarà contenuto in un’ordinanza del ministero della Salute in arrivo, secondo quanto si apprende. Queste 4 regioni fanno salire a 11 il totale delle regioni e province autonome in fascia gialla dove c’erano già Liguria, Marche, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Calabria, province autonome di Trento e Bolzano. Il resto dell’Italia resta in bianco per ora. 

Il passaggio dalla zona bianca alla gialla scatta al raggiungimento di tre parametri: incidenza settimanale dei nuovi contagi ogni 100mila abitanti uguale o superiore a 50 casi, il tasso di occupazione dei posti letto ospedalieri nei reparti ordinari al 15% e quello nelle terapie intensive al 10%. Mentre per quanto riguarda la zona arancione scatta quando l’incidenza sfora i 150 casi per 100mila abitanti, la percentuale di posti letto nelle terapie intensive va oltre il 20% e il tasso di ricoveri in area medica supera il 30%.