“Aumentano i casi di infezione” da coronavirus “in diversi Paesi europei (ma non negli Usa o in Canada) in piena estate. E subito partono in quarta i ‘negazionisti della stagionalità’ col ditino alzato (proprio come i no-vax partirono in quarta dopo i primi casi di trombosi da vaccino). Perché è evidente che chiedere a certi soggetti di ragionare con calma e senza faziosità è come chiedere a un cinghiale di mangiare con la forchetta”. Il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, analizza la risalita dei contagi Covid nonostante le temperature estive guardando “a quello che sta succedendo, alle cose che sappiamo e non sappiamo, e soprattutto a quelle su cui riflettere, in modo calmo, ragionevole e soprattutto scientifico”.
In un post su Facebook provocatoriamente intitolato ‘Ma non si era detto che fosse un virus stagionale?’, questa è la prima considerazione dello scienziato fondatore della pagina social ‘Pillole di ottimismo’: “L’effetto stagionale sui virus respiratori, coronavirus umani compresi, è ben noto da decenni a chiunque conosce l’argomento, e negarlo è insensato. Quanto esattamente questo effetto coinvolga Sars-CoV-2, e soprattutto la variante Delta, altamente trasmissibile, non lo sappiamo (e lo vedremo presto), ma i dati del 2020 sul virus ‘originale’ indicano un effetto importante. Ricordiamo anche che la stagionalità non ha un effetto tipo ‘bianco vs nero’, esattamente come non tutti i fumatori si ammalano di cancro al polmone”.
La seconda riflessione è che “le riaperture europee di aprile/maggio sono state seguite da enormi assembramenti” e “massicci trasferimenti” fra Paesi, “spesso legati al campionato europeo ‘itinerante’ di calcio”, osserva Silvestri, invitando ad approfondire con studi ad hoc il possibile effetto-Europei sull’andamento dei contagi nel Vecchio continente.
Terzo punto, “l’effetto dei vaccini nel divaricare i casi di infezione da Sars-CoV-2 con le ospedalizzazioni e morti da Covid-19 sembra piuttosto evidente – rimarca il virologo italiano in forze negli Usa – e questo è esattamente quello che ci aspettiamo dai vaccini che stiamo usando e dal modo in cui li usiamo. Come detto in passato, bisogna continuare a monitorare con estrema attenzione questo aspetto, insieme all’incidenza di nuove infezioni e soprattutto di malattia grave tra vaccinati vs non-vaccinati”.
Infine, “teniamo presente che certi effetti possono sommarsi e/o annullarsi tra loro in modo anche molto complesso e difficile da decifrare – evidenzia Silvestri – con da un lato le riaperture, gli assembramenti e l”effetto Delta’ a spingere verso un aumento dei casi, e dall’altro lato i vaccini e la stagionalità che spingono in senso opposto. Il risultato netto di questi effetti, a livello di infezioni e/o morti, potrebbe essere diverso da Paese a Paese, e comunque si vedrà nelle prossime settimane”.