“La proroga dello stato d’emergenza non può avvenire senza una motivazione grave, una novità che si determina e che può giustificare. Potrebbe essere la ripresa dell’epidemia così accentuata da richiedere che queste misure vengano introdotte e mantenute”. Ne parla con l’Adnkronos il presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli che nell’eventualità di una proroga sollecita sulla necessità di trasparenza sui dati ed afferma: “I dati epidemiologici sono elemento tecnico e presupposto per un provvedimento restrittivo. Perciò devono essere necessariamente conosciuti e non equivoci; palesi e gravi”.
“E’ vero che i dati sintetici vengono diffusi – prosegue Mirabelli – Ma sono degli aggregati finali, mentre sarebbe opportuno conoscere totalmente quelli epidemiologici. Il Parlamento quindi può e deve essere protagonista. Ha potere ispettivo nei confronti del Governo, può richiedere i dati ed offrirli all’opinione pubblica. Tanto più che l’adozione dello stato d’emergenza può avvenire solo per decreto legge del Governo, riconvertito dal Parlamento che ha la responsabilità ultima”.
Secondo il presidente emerito della Corte, “non c’è rischio per la democrazia. Non siamo in presenza di un contesto da stato autoritario. Ma è necessario evitare che si inneschino abitudini ingiustificatamente restrittive che, se ci fosse una svolta autoritaria, potrebbero preordinare meccanismi utilizzabili in quella prospettiva. Per questo – conclude – è indispensabile una valutazione rigorosa dei presupposti alla proroga sia da parte del Governo che del Parlamento ed anche una adeguata e chiara informazione alla opinione pubblica, che in questo modo finirà per condividere le misure adottate”.
(di Roberta Lanzara)