Merck ha annunciato oggi una nuova analisi dal sottostudio Magnify-Ms. L’analisi mostra, in pazienti con sclerosi multipla recidivante (Smr) trattati con Cladribina* compresse, uno specifico pattern di ripopolazione immunitaria, che potrebbe contribuire alla loro capacità di combattere le infezioni e sviluppare anticorpi protettivi in seguito alle vaccinazioni. I dati sono stati presentati al Congresso annuale dell’American Academy of Neurology (Aan), che si è svolto in modalità virtuale dal 17 al 22 aprile.
Nello studio – riferisce una nota – la riduzione delle cellule B di memoria si è verificata già un mese dopo l’assunzione di Cladribina compresse con i livelli più bassi sostenuti fino a 12 mesi, mentre le cellule B naive, che sono tipicamente necessarie per la generazione di risposte anticorpali dopo la vaccinazione, hanno iniziato a recuperare immediatamente. Dati precedentemente condivisi dello studio Magnify-Ms hanno indicato che i pazienti trattati con il farmaco sono in grado di sviluppare risposte ai vaccini contro l’influenza e la varicella, indipendentemente dalla conta linfocitaria.
“I risultati presentati all’Aan migliorano la nostra comprensione di come Cladribina compresse influenzi il sistema immunitario e di come possa esercitare un effetto terapeutico nei pazienti con sclerosi multipla, ripopolando al contempo le cellule che supportano le risposte immunitarie”, ha sottolineato Heinz Wiendl, MD, Department of Neurology with Institute of Translational Neurology, Università di Muenster, Germania. “Questi dati importanti indicano che, oltre a gestire le ricadute e la progressione della sclerosi multipla, i pazienti trattati con Cladribina compresse possono essere in grado di produrre simultaneamente una risposta adeguata al vaccino – una scoperta particolarmente importante in questo momento”.
Inoltre, un recente studio indipendente israeliano, pubblicato su ‘Therapeutic advances in neurological disorders’ – riporta la nota Merck – mostra che i pazienti che hanno assunto Cladribina compresse sono stati in grado di generare anticorpi Covid-19 in seguito al vaccino mRNA di Pfizer/BioNTech somministrato 4,4 mesi dopo l’ultima assunzione di Cladribina compresse. L’analisi osservazionale ha mostrato che in tutti i 23 pazienti con Sm recidivante remittente trattati con Cladribina compresse che avevano ricevuto il vaccino mRNA Pfizer/BioNTech hanno sviluppato una risposta anticorpale IgG SarS-CoV-2 protettiva simile al gruppo di confronto composto da pazienti con Sm che non ricevevano trattamenti immunomodulatori e al gruppo di soggetti sani.
La risposta umorale al vaccino anti Covid-19 – prosegue la nota Merck – era indipendente dalla conta linfocitaria. Questi risultati sono apparsi unici per Cladribina compresse rispetto ad altre terapie per la Sm ad alta efficacia esaminate nello stesso studio. Non sono stati identificati risultati inattesi sulla sicurezza dopo la prima o la seconda dose del vaccino anti Pfizer/BioNTech nei pazienti Sm, secondo un’ulteriore recente lavoro pubblicato su Multiple Sclerosis Journal.
“Aiutare i pazienti trattati con Cladribina compresse a vivere la loro vita nel modo più normale possibile durante una pandemia globale è della massima importanza per noi”, ha dichiarato Danny Bar-Zohar, Global Head of Development, Healthcare business di Merck. “Oltre alla modalità di somministrazione orale di facile gestione, alla comprovata efficacia e al profilo di sicurezza ben caratterizzato di Cladribina compresse, i dati appena prodotti indicano un’iniziale e incoraggiante evidenza sulla capacità di questi pazienti di generare una risposta anticorpale adeguata alla vaccinazione Covid-19, che è così importante per loro”.