“Il problema principale che i club fitness dovranno affrontare con le riaperture è sicuramente la liquidità. Perché aprire non significa incassare”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia il presidente dell’International fitness observatory, Paolo Menconi. “La parte finanziaria dei club – spiega – deve ancora mettersi in moto e, molto probabilmente, non sarà istantaneo. Dopo tutti questi mesi di chiusura sono tutti pronti a ripartire anche se ci sarà una realtà molto differente da prima del Covid”.
“Sicuramente – fa notare – le aperture consentiranno di rimettere in pista tutta l’organizzazione, a partire dagli staff. In questo periodo di stop molti staff sono cambiati; per necessità molti operatori hanno dovuto abbandonare questa attività: dagli istruttori agli addetti alla reception”.
“Finalmente si ricomincia a vedere un po’ la luce dopo un periodo lunghissimo. I club stavano già ragionando su quelle che sono le problematiche relative all’apertura, anche perché storicamente nell’andamento del business i mesi estivi registrano un calo del fatturato”. “Le istituzioni – auspica – dovrebbero prevedere degli sgravi fiscali per chi decide di investire nel proprio benessere, facendo poi risparmiare denaro per la sanità. Oltre che campagne di comunicazione in cui passa il messaggio che più ci si muove e meglio si sta, puntando così alla felicità e alla ripresa del nostro Paese”.
“Molte cose – avverte – sono cambiate con la digitalizzazione, molti si sono attrezzati con le app, con i corsi on line. Il vero senso del futuro dei club va verso il benessere e la salute dei clienti, in un ambito di prevenzione”.
“Non mi riferisco solo all’aspetto fisico – sottolinea – ma anche a quello sociale. Purtroppo l’immagine della palestra è ancora legata ai muscoli e ai pettorali, invece che al benessere e al buonumore”.