“Gli italiani hanno dimostrato serietà e senso di appartenenza alla comunità. Grazie a loro che oggi dimostriamo una ripresa incoraggiante, tanto per la nostra economia, quanto per la nostra vita sociale. La ricerca, i vaccini, i comportamenti responsabili ci hanno consentito di ritrovare spazi di libertà, di riprendere in mano le nostre vite. Le Istituzioni hanno dimostrato di saper fare la propria parte, le imprese, i servizi, il quotidiano impegno di donne e uomini hanno fatto funzionare gli organi nevralgici della comunità e oggi siamo pronti ad aprirci a sfide, a quelle dell’innovazione“.
E’quanto affermato oggi a Quirinale dal PresidenteMattarella, nell’ambito della cerimonia di consegna delle insegne di Cavaliere ‘Al merito del lavoro’, e dei riconoscimenti agli Alfieri.
Poi, in un passaggio interamente dedicato al Covid, il Presidete della repubblica ha affermato ch e”Non possono prevalere i pochi che vogliono rumorosamente imporre le loro teorie antiscientifiche sul Covid, che danno sfogo talvolta ad una violenza insensata, persino, come è avvenuto più volte, con la devastazione dei centri in cui i nostri concittadini si recano per essere vaccinati e sfuggire al pericolo del virus”.
Dunque, ha esortato il Capo dello Stato, ”Dobbiamo fare adesso la nostra parte, lungo la strada nuova che vogliamo intraprendere. Naturalmente è necessario anzi tutto non smarrire la prudenza e la responsabilità, di fronte ad un virus che siamo riusciti a fermare ma non ancora a sconfiggere definitivamente”.
“Possiamo e dobbiamo avere fiducia in noi stessi. Perché abbiamo affrontato, insieme, una prova durissima. E siamo stati capaci di solidarietà, di senso civico, di responsabilità, di dedizione al lavoro“, ha detto ancora.
Del resto, ha poi aggiunto Il Presidente, “La ripartenza deve rappresentare una fase di progresso ulteriore. L’alleanza tra generazioni, che questa cerimonia simboleggia, è una condizione per uscire dallo stallo che il Paese ha vissuto”.
“Sono proprio i cambiamenti profondi intervenuti nella società – demografici, culturali, persino antropologici – a imporci di sanare, bene e in tempi rapidi, quelle fratture che rischiano di farci di arretrare, di disperdere le forze, di impoverire il capitale più prezioso che abbiamo, quello umano. La marginalità di parte del mondo giovanile è sempre stata ragione di indebolimento delle società e delle economie. In una stagione di innovazione così accelerata, come quella attuale, sarebbe una menomazione ancor più insopportabile. La ripartenza è una strada ripartenza è una strada tabile. Non dobbiamo permetterlo”.
Insomma, ha poi concluso il Presidente, ”La ripartenza è una strada nuova dobbiamo percorrerla con determinazione e con speranza come è accaduto in altri momenti della nostra storia, quando nel dopoguerra la ricostruzione è cominciata dalle macerie, quando un nuovo modello sociale più capace di benessere, di opportunità e diritti è scaturito dal concorso di forze e di persone che quel benessere non avevano mai conosciuto”.
Max