“Durante questa pandemia abbiamo assistito ad una infodemia incontrollata e ad una diffusione di informazioni non sempre verificate e verificabili. Questo anche perché alla base c’è un contesto di informazione completamente diverso rispetto al passato. Oggi abbiamo una comunicazione circolare, dove vengono condivise anche informazioni non corrette e allarmi ingiustificati. C’è quindi il rischio di una alterazione del processo decisionale del singolo individuo e della comunità, ma anche delle istituzioni”. Lo ha detto Pasquale Marchione, dirigente Professionalità sanitarie dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, nel suo intervento alla conferenza ‘Effetti della disinformazione, dai conflitti alla quotidianità’, organizzata dall’Università internazionale per la Pace di Roma, in partnership con la Web Press Media Reporter Association.
“Questo può generare una emergenza di false speranza e falso senso di insicurezza e anche di sicurezza. Ma il grande pubblico e gli operatori sanitari – ha rimarcato Marchione – hanno necessità di sapere cosa sappiamo e in questo processo serve comunicare l’incertezza e promuovere la conoscenza”. Secondo l’esperto, la scienza e la pseudoscienza “non possono dialogare fra loro perché partono da presupposti e obiettivi diversi, il confronto non è pluralismo di informazione. Anche le singole opinioni – ha concluso – devono avere un principio di autorità. Il contenuto di queste riflessioni necessita sempre di essere supportato e verificato”.