Nonostante il Natale che bussa alle porte, stamane al ministero della Salute ha ugualmente avuto luogo la conferenza stampa del presidente dell’Iss, Mario Brusaferro, sul monitoraggio regionale della cabina di regia. “La curva di coronavirus – ha esordito il direttore dell’Iss – mostra che l’Italia è in una fase decrescente anche se questa decrescita sta rallentando. Nelle ultime parti comincia una decrescita rallentata. Confrontando l’incidenza fra due periodi di 15 giorni, quello più recente (che arriva al 20 dicembre), mostra un calo dei nuovi contagi, quindi una decrescita, tranne in un contesto che è quello della Regione Veneto”.
Dunque nel Paese, ha proseguito Brusaferro, “si rileva una decrescita dei nuovi casi sia nell’incidenza di Sars-CoV-2 a 7 giorni, indicatore più sensibile, che a 14 giorni. Negli ultimi 7 giorni siamo a 157 casi per 100mila abitanti, ma come ci siamo detti nelle ultime settimane l’obiettivo a cui dobbiamo puntare è avvicinarci il più possibile al numero di 50 casi per 100mila abitanti negli ultimi 7 giorni“. Ma al momento, ha spiegato, ”Oggi nel nostro Paese vediamo che le realtà regionali sono diverse fra loro in termini di incidenza e rispetto a questo è importante modulare gli interventi di mitigazione”.
Del resto, ha evidenziato ancora l’esperto, ”il valore dell’Rt a 14 giorni, quello che come sappiamo è l’indicatore più stabile rispetto a quello a 7 giorni, è in quasi tutte le regioni inferiore a 1, tranne una che è il Veneto a 1,1, anche se abbiamo una leggera tendenza alla risalita, perché la scorsa settimana era a 0,86, questa settimana è a 0,90″.
Inoltre, in merito all’età mediana dei pazienti contagiati “sta leggermente diminuendo – ha spiegato – La maggior parte delle persone affette da Covid, quasi il 75%, sono asintomatiche o paucisintomatiche“.
Infine, il presidente dell’Iss ha tenuto a rimarcare come, “in tutti i Paesi europei la situazione epidemica di Covid-19 vede una forte circolazione del virus e in tutti i Paesi ci sono delle zone dove circola più intensamente rispetto ad altre. Ci sono Paesi vicini all’Italia in cui l’incidenza a 14 giorni mostra indicazioni chiare di ricrescita dei nuovi contagi”.
Entrando poi nel merito dei numeri, il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ha illustrato: ”Vediamo una tendenza alla stabilità con una leggera diminuzione dell’incidenza, siamo sopra la soglia critica per le terapie intensive. E purtroppo c’è una tendenza, seppur lieve, all’incremento dell’indice Rt con una regione in una situazione tale da poter richiedere ulteriori misure di prevenzione e controllo”.
“Dopo alcune settimane in cui si è assistito a una tendenza alla diminuzione nell’Rt – ha proseguito l’esperto – l’indice di trasmissibilità, e nel numero di nuovi casi, adesso abbiamo una sorta di tendenza alla stabilizzazione. Tanto è vero che l’incidenza che la scorsa settimana si calcolava essere a circa 375 nuovi casi per 100mila abitanti questa settimana è su 330 per 100mila, quindi la diminuzione è veramente lieve. Lo vediamo anche dai dati quotidiani, vediamo che ogni giorno sia i numeri dei positivi a Sars-CoV-2 che la percentuale di positivi sui test eseguiti rimane più o meno stabile e da un paio di settimane abbiamo ormai una tendenza a un lieve incremento di nuovo dell’Rt: era a 0,82 due settimane fa, è salito a 0,86 la scorsa settimana e ora è a 0,9”.
Tra le regioni, ha evidenziato ancora Rezza, “Ci sono poi un paio di regioni, Lazio e Lombardia che hanno un Rt un po’ instabile e il Veneto che ha un Rt superiore a 1 e un’incidenza che sembra essere di nuovo piuttosto elevata. Naturalmente tutto ciò fa sì che bisogna continuare a tenere un po’ alta l’attenzione. E anche le misure restrittive che sono state prese tendono a cercare di non determinare un aumento ulteriore dell’Rt che sta a significare la trasmissione dell’infezione“.
E’ dunque evidente, ha proseguito, che “Dovremmo anche cercare di abbattere un po’ di più l’incidenza. E’ chiaro che il tasso ideale sarebbe sotto 50 per 100mila abitanti e ora siamo sopra 300 per 100mila”.
Tuttavia, ha rimarcato Rezza, “Qualche segnale positivo è la tendenza alla diminuzione delle ospedalizzazioni per Covid-19 in area medica, ma purtroppo siamo ancora al di sopra della soglia critica per quanto riguarda l’occupazione dei posti di terapia intensiva. Sappiamo quanto questo indicatore faccia fatica a scendere e sappiamo quanto sia un indicatore pesante del carico sulle strutture ospedaliere. Bisogna assolutamente fare in modo che si vada al di sotto della soglia critica. Altrimenti ne soffre tutto il sistema, non solo l’assistenza ai malati Covid ma anche quella per le persone che non hanno Covid ma necessitano di terapia intensiva per altri motivi. Le altre patologie – ha quindi concluso – non si sono fermate soltanto perché sta circolando Sars-CoV-2”.
Max