La probabilità di sperimentare pandemie simili a Covid-19 potrebbe raddoppiare nei prossimi decenni. E’ quanto conclude uno studio pubblicato sulla rivista ‘Pnas’ in cui viene assemblato ed esaminato un set di dati globale di epidemie storiche occorse dal 1600 ad oggi, utilizzando nuovi metodi statistici per stimare la probabilità annuale di insorgenza di epidemie estreme. L’analisi suggerisce che c’è “un’alta probabilità di osservare pandemie simili a Covid”, che la probabilità di sperimentarla nel corso della propria vita attualmente è di circa il 38%, e che questa probabilità può raddoppiare nei prossimi decenni. Un trend al rialzo dovuto all’aumento – legato al cambiamento ambientale – dell’insorgenza di malattie dai serbatoi animali.
Gli esperti partono da un’osservazione: oggi le stime della probabilità di insorgenza di epidemie intense basate sulla lunga storia osservata delle malattie infettive rimangono “in ritardo o mancano del tutto”. Da qui l’idea di portare avanti un’analisi che abbraccia 4 secoli. Lo studio ha come primo autore un italiano: Marco Marani, università di Padova e Duke Unversity. L’esperto lo firma con colleghi della Duke University e della Marquette University (Milwaukee, Usa).
“La conoscenza dell’intensità delle epidemie, definita come il numero di decessi diviso per la popolazione globale e la durata dell’epidemia, e del tasso di insorgenza di epidemie di malattie infettive è necessaria per testare teorie e modelli e per informare la valutazione del rischio per la salute pubblica quantificando la probabilità di pandemie estreme come Covid”, evidenziano i ricercatori. Dalla loro analisi emerge che “il numero annuo di epidemie varia di 9 volte e mostra tendenze sistematiche”.
La probabilità annuale di un evento con l’intensità dell’influenza spagnola (1918-1920) varia tra lo 0,27 e l’1,9% dal 1600 ad oggi, mentre il suo tempo medio di ricorrenza oggi è di 400 anni (intervallo di confidenza da 332 a 489 anni). Il lento decadere della probabilità con l’intensità dell’epidemia implica che le epidemie estreme sono relativamente probabili, una proprietà precedentemente non rilevata a causa di brevi registrazioni osservative e metodi di analisi stazionari. “Utilizzando recenti stime del tasso di aumento dell’insorgenza di malattie dai serbatoi zoonotici associati al cambiamento ambientale – concludono gli autori – stimiamo che la probabilità annuale di insorgenza di epidemie estreme possa aumentare fino a tre volte nei prossimi decenni”.