Una circolare che attribuisce ai medici di famiglia 30mila dosi di vaccino somministrate in modo anomalo, registrate alla voce ‘altro’, nella casella delle categorie prioritarie. E che prefigura possibili controlli da parte del ministero della Salute. Un documento che, però, non è mai arrivato ai dottori, che questa mattina ne hanno visto alcuni stralci pubblicati sulla stampa. Un ‘giallo’ che irrita e offende i camici bianchi. “Io lo chiamo sabotaggio. Cosa altro significa fare uscire una notizia del genere, facendo intendere che i medici di famiglia fanno i vaccini agli amici degli amici?”, dice all’Adnkronos Salute Pierluigi Bartoletti, segretario della Federazione italiana dei medici di medicina di medicina generale (Fimmg) di Roma, che non nasconde la sua irritazione.
Bartoletti spiega, poi, che la dicitura ‘altro’ nella registrazione sull’Anagrafe vaccinale regionale, su cui la circolare individua le anomalie, “è tecnica, e la Regione dovrebbe conoscerla. Noi abbiamo avuto solo lunedì le codifiche del sistema per indicare voci diverse. Ma fino all’altro ieri potevamo indicare soltanto ‘altro’ o ‘dialisi’. Il campo ‘altro’ è stato, in pratica, aggiornato due giorni fa. Se però questa voce, nel flusso dei dati, appariva strana ai funzionari perché non chiedere direttamente spiegazioni, e magari migliorare la segnalazione, invece di istillare il dubbio che i nostri comportamenti siano truffaldini?”, chiede Bartoletti.
“Si tratta di pura diffamazione dei medici di famiglia – commenta – categoria che si sta spendendo al limite delle sue forze in questa pandemia. E a cui non vengono forniti i vaccini. Sparare sui giornali che ci sono 30mila vaccinazioni fatte agli ‘amichetti’ è inaccettabile”.
Si tratta, rimarca Bartoletti, di una vicenda “offensiva verso chi, da mesi, sta cercando di fare disperatamente il suo dovere. Da dicembre abbiamo firmato un accordo, 1.700 medici disponibili a fare i vaccini Pfizer. Ad oggi, nel mio studio, in un mese e mezzo, io ho fatto 6 fiale di Pfizer e una di Astrazeneca. Adesso mi dicono che, con questi ‘4 vaccini’, io avrei favorito gli amici degli amici, visto che i miei vaccinati erano categorizzati tutti come ‘altro’, perché il sistema informatico non mi consentiva di fare scelte diverse. Ma, se i burocrati avessero ben guardato, avrebbero visto che erano tutti 80enni. Non era così difficile incrociare i dati con l’età, operazione che avrebbe evitato parole offensive da parte dei tecnocrati. A questo punto cosa dobbiamo fare come medici di famiglia? Restituire le fiale alla Regione?”.