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Covid Lazio, allarme terapie intensive e timori per la contagiosità delle varianti

Per domani è atteso il passaggio della Regione Lazio dalla zona rossa a quella arancione, caratterizzata da uno scenario di gravità minore sulla base del valore Rt, ovvero l’indice di contagio, e dell’incidenza dei casi ogni 250mila abitanti.

In Regione, però, continua a preoccupare la pressione sulla rete ospedaliera. Attualmente sono 370 i pazienti in terapia intensiva, mai così tanti nel Lazio dall’inizio dell’epidemia. Secondo le rilevazioni di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, la percentuale di posti letto occupati in terapia intensiva è salita al 39%, superiore di nove punti percentuali alla soglia critica fissata dal governo (30%). Salgono anche i ricoveri nei reparti ordinari, ieri 2.881. Un dato preoccupante ma ancora sotto controllo, a fronte degli oltre 4.000 posti letto disponibili, da monitorare però con attenzione perché sono necessari anche per altre patologie.

Ma a far scattare il campanello d’allarme è anche l’età di chi finisce nei reparti Covid, ora tra i 50 e i 60 anni. Un aumento causato dalla diffusione delle varianti del virus, in particolar modo quella inglese, con una carica virale più alta e il rischio di una maggiore virulenza. Anche se i vaccini attualmente disponibili sembrano essere efficaci nei confronti della variante inglese, l’invito delle autorità regionali è di non abbassare il livello di attenzione nonostante il primo allentamento delle restrizioni

Proprio sul fronte vaccinazioni oggi nel Lazio verrà superata quota un milione di dosi somministrate. “Un sesto della popolazione in regione”, ha sottolineato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. L’obiettivo è vaccinare prima dell’estate quattro milioni di persone.