Concluse le indagini relative all’inchiesta sul Covid, la procura di Bergamo ha reso noto che, insieme ad altre 13 persone, l’ex presidente del Consiglio (Giuseppe Conte), l’ex ministro della Salute (Roberto Speranza), ed il presidente della Regione Lombardia (Attilio Fontana), sono stati indagati “in cooperazione colposa tra loro cagionato per colpa la morte” di 55 persone.
Ovviamente, come prevede la Costituzione, sia per Conte che Speranza la trasmissione degli atti sarà trasmessa al Tribunale dei ministri.
Tra i nomi eccellenti, figurano anche alti dirigenti del ministero della Salute, del calibro del presidente dell’Istituto superiore di sanità (Silvio Brusaferro), il presidente del Consiglio superiore di Sanità (Franco Locatelli), il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico (Agostino Miozzo), e l’allora capo della Protezione Civile (Angelo Borrelli).
A motivare le indagini, come riferito dall’agenzia di stampa AdnKronos, sono state principalmente tre le tematiche seguite: la repentina chiusura e riapertura dell’ospedale di Alzano, la mancata zona rossa in Val Seriana, e l’assenza di piano pandemico aggiornato per contrastare il rischio pandemia, lanciato dall’Oms.
Dunque, dopo tre anni la lunga indagine che ha ripercorso i primi terribili mesi della pandemia, in quella che risultò essere la provincia maggiormente colpita, la procura ha reso noti senza ‘formalità’ nomi e cognomi di quanti coinvolti tra i quali, oltre ai sopracitati, risulta esserci anche l’ex assessore al Welfare, Giulio Gallera.
Le notifiche avviate dalla GdF riguardano diversi reati, tra i quali epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio.
Max