L’indice Rt in Italia scende a 1.08, in calo rispetto all’1.16 della scorsa settimana – secondo quanto riporta la bozza del report di monitoraggio Covid-19 di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute relativo al periodo 15-21 marzo con dati aggiornati al 24 – e arrivano i primi segnali incoraggianti. “C’è una prima inversione di tendenza che è conseguenza degli effetti delle misure prese nelle scorse settimane” ha sottolineato il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia Iss-ministero Salute. “Il dato è positivo se si pensa che stiamo contenendo un’epidemia che è dovuta principalmente ad una variante, quella inglese”.
Inoltre, ha aggiunto, “gli operatori sanitari dovrebbero considerare un diritto e un dovere la vaccinazione. Un diritto perché vaccinandosi si riduce il rischio di infettarsi” e “un dovere perché uno degli obiettivi principali del piano nazionale vaccinale è quello di rendere Covid free gli ambienti ospedalieri e le strutture sanitarie” ha detto Rezza.
Per gli operatori sanitari, insomma, “non si dovrebbe nemmeno arrivare all’obbligo. Se invece si verificasse una situazione per cui non si riuscisse a vaccinare il 100% degli operatori – che non dovrebbero avere né fenomeni di esitazione, né di rifiuto – è chiaro che provvedimenti adeguati potrebbero essere presi”. Rezza ha anche precisato che, dopo la vaccinazione, gli operatori devono “continuare a prendere precauzioni, perché è chiaro che i dispositivi individuali vanno sempre utilizzati come prima della vaccinazione, su questo non c’è dubbio”.