“Siamo profondamente delusi e arrabbiati, le imprese hanno bisogno di un urgente e congruo sostegno. Bisogna riaprire subito le attività commerciali e serve un piano per farlo in sicurezza”. E’ l’allarme che lancia Alessandro Ravecca, presidente di Federfranchising Confesercenti, commentando, con Adnkronos/Labitalia, le misure contenute nel dl sostegni.
Le attività commerciali, ribadisce Ravecca, sono stremate. “Da dicembre 2020 ad oggi i ristori e sostegni sono stati pochissimi, ci vuole un cambio radicale di passo -sottolinea- e deve andare insieme ai decreti legge. Sono mesi che denunciamo la situazione non poco e meno difficile anche dei centri commerciali, che rispetto ad un negozio che si trova nel centro città in media è stato chiuso circa quaranta giorni in più. Questo non va bene e non capiamo ancora oggi quali sono le motivazioni”, sottolinea il presidente dell’associazione che rappresenta franchisor, franchisee e operatori nel mondo del retail.
E Ravecca sottolinea che per comprendere l’amarezza delle imprese occorre tradurre il decreto in cifre concrete. “Chi ha fatturato 100.000 euro nel 2019 e 50.000 euro nel 2020, dimezzando i propri ricavi -spiega Ravecca- riceve 2.500 euro. Chi ha fatturato 500.000 euro nel 2019 e 250.000 nel 2020, riceve 8.300 euro. Affitto, spese fisse, tasse, utenze, canoni, contributi e tutto il resto sono inalterati. Ma le attività sono chiuse, perché così hanno stabilito i decreti. Chiuse, quindi senza ricavi”, ripete amaro il presidente di Federfranchising. E non sono solo i piccoli e medi negozi a soffrire. “Le grandi catene -sottolinea Ravecca- hanno gli stessi problemi delle altre attività commerciali: un’azienda che fattura 7 milioni di euro, riceverà solo 50 mila euro di ristori”.
E Ravecca ribadisce che “serve un piano chiaro e certo per la riapertura, in sicurezza, di tutte le attività commerciali. Bisogna riaprire subito”. Anche perché, sottolinea Ravecca, “ci troviamo in una bolla finanziaria”. “Non è stato riconosciuto il 60% di credito di imposta -sottolinea- sui canoni di locazione. Ciò significa che bisogna pagare i fitti per intero. Per fare un esempio pratico, un’azienda che paga un canone di locazione di 10 mila euro al mese e che ha ricevuto sostegni per 20 mila euro in base agli ultimi ristori ricevuti, può trovarsi a doverli utilizzare per intero in soli 2 mesi, ferme restando tutte le altre spese, a partire dalla tassa dell’immondizia”.
Per Ravecca, “nessuno riesce a pagare gli affitti, non è possibile pagare l’affitto senza liquidità!”. “Sono tutte misure inutili. Nessuna catena è in grado di sostenere queste spese. Bisogna riaprire subito”.
“Ribadiamo senza mezzi termini: questi sostegni o aiutano davvero le aziende oppure che vengano investiti nella sanità, oppure per l’acquisto di nuovi vaccini per accelerare le vaccinazioni e permettere in modo rapido le riaperture”, conclude Ravecca.