“Non vedevamo l’ora di avere una data certa e siamo entusiasti di potere finalmente riaprire: abbiamo molto apprezzato l’impegno congiunto dei ministri Garavaglia, Giorgetti e Di Maio per fissare la ripartenza il prima possibile. Purtroppo, in termini di fatturato anche il 2021 è irrimediabilmente compromesso, tra i sei mesi di chiusura e una ripartenza che sarà graduale, soprattutto per quanto riguarda le manifestazioni internazionali”. Così, in un’intervista con Adnkronos/Labitalia, Pietro Piccinetti, amministratore unico e direttore generale di Fiera di Roma, sulla riapertura delle fiere in presenza a partire dal prossimo 15 giugno, come deciso dal governo.
I prossimi mesi comunque, sottolinea Piccinetti, che è anche vicepresidente di Aefi, l’associazione di categoria delle fiere italiane, non saranno semplici. “Mettiamo in conto -spiega- mesi complicati per molti fattori: la partecipazione dall’estero, la riorganizzazione del calendario fieristico globale, gli investimenti da parte delle aziende espositrici che hanno per la grande maggioranza gravi sofferenze economiche da superare”.
“La notizia” della ripartenza dal 15 giugno “però è tutta da festeggiare e siamo già in azione per riprendere con il più grande slancio possibile la nostra attività, ottenendo il massimo dai mesi dell’anno che abbiamo davanti a noi”, aggiunge.
“Stiamo riorganizzando -spiega- il calendario in queste ore. Certamente in autunno daremo spazio a tre fiori all’occhiello del nostro palinsesto fieristico: le manifestazioni dedicate alla nuova economia dello spazio, alla cooperazione sostenibile, condivisa e profit e all’industria museale. Novità di questo anno sarà l’inaugurazione del progetto dedicato alla Blue economy, l’economia del mare in chiave sostenibile”, continua.
E Piccinetti ribadisce le misure messe in campo dalle fiere per la sicurezza dei visitatori. “Abbiamo pronto -sottolinea- un protocollo di massima sicurezza, che rende i nostri eventi davvero a prova di virus. Tra le misure: il ‘criterio di distanza droplet’, flussi e percorsi regolamentati; obbligo di mascherine per tutti; rigide prassi di disinfezione e sanificazione di ambienti e arredi; monitoraggio della temperatura; servizio medico-sanitario dentro l’area fieristica; rispetto di requisiti minimi delle sale, riferiti al livello di areazione, alla tipologia di pavimentazione, alle caratteristiche dei servizi igienici; rispetto di requisiti logistici di accessibilità e funzionalità, compatibili con la sicurezza dell’area concorsuale”, aggiunge ancora.
Ma Fiera Roma chiede anche sostegno al governo. “Il superamento del regime de minimis per gli aiuti di Stato -sottolinea Piccinetti- è fondamentale per il comparto fieristico e per l’intero made in Italy e apprezziamo molto gli sforzi del governo in tal senso”.
“È un passaggio imprescindibile per la salvezza delle fiere: le fiere piccole e medie sono pienamente indennizzate, ma il fatto che colossi quali i quartieri fieristici di Milano, Bologna, Rimini e Verona abbiano ristori proporzionati alle loro, macroscopiche, perdite, oltre che giusto è una garanzia per la sopravvivenza dell’intero sistema”, conclude.