(Adnkronos) – “Il mezzo flop di Novavax evidenzia l’impossibilità di convincere i no-vax a vaccinarsi”. Lo afferma all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, commentando i dati dell’ultimo report della Fondazione Gimbe che ha evidenziato come “dal 28 febbraio sono state somministrate 11.595 dosi vaccino Novavax, di cui il 59,2% in persone over 50, la maggior parte delle quali in età lavorativa”.
Secondo Minelli “il no-vax – anche quello che, pur essendolo nei fatti dice di non esserlo per schermarsi rispetto a quello che, a tutti gli effetti, rimane un oggettivo ripudio della scienza e delle sue procedure – è l’attuazione fideistica di una scelta contrapposta alla ragione anche perché fondata su credenze comunque indimostrabili. Ed è tanto inconfutabile quella scelta che davvero a nulla serve opporre controinformazioni fondate su presupposti scientifici e addirittura scontati come nel caso specifico di un vaccino basato su una tecnologia storicamente ultracollaudata”.
“L’impressione, anzi, è che più il mondo si disporrà ad offrire opzioni, più il no-vax duro e puro si radicherà nel proprio convincimento che il mondo voglia comunque fregarlo – avverte l’immunologo -. Di speranze oramai riesco a trovarne molto poche se non quella di rispondere positivamente a quella che per mesi è stata la sfida lanciata proprio dai no-vax, ‘se il vaccino è sicuro, allora rendetelo obbligatorio’. Mesi fa – conclude – mi ero permesso di suggerire di porre l’obbligatorietà del vaccino una volta che avessimo avuto a disposizione uno strumento costruito con tecnologie già da tempo sperimentate e largamente impiegate. Ecco, credo proprio che quel tempo sia arrivato!”.