“Oggi riaprono le palestre e devono ovviamente attenersi a regole anti Covid stringenti. Una situazione che però non pesa sul settore perché nel fitness lavorano molti giovani, laureati in Scienze motorie, già abituati a gestire protocolli molto precisi”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia il presidente dell’International fitness observatory, Paolo Menconi. “Gli staff – sottolinea – sono abituati da sempre a gestire tutta una serie di procedure per dare sicurezza ai clienti. Basti pensare alle gestione delle piscine con il controllo del cloro e della temperatura dell’acqua. Alle pratiche da seguire in caso di primo soccorso”.
“Abbiamo di fronte – avverte Menconi – delle risorse umane le cui competenze vanno al di là della semplice preparazione atletica, sanno infatti anche come dover agire in caso di emergenza. Per questo le regole restrittive del Covid possono rientrare nella consuetudine mentale degli operatori del fitness”. “La riapertura dei club fitness – osserva – non fa entrare soldi in cassa e richiede anche uno sforzo per lo smaltimento dei voucher. Ci si ritrovano a riaprire in un momento che solitamente vede la curva discendente delle iscrizioni e del business in generale”.
“Per questo settore – ricorda – i periodi migliori sono settembre-ottobre e gennaio: i più piccoli si iscrivono ai corsi e gli adulti hanno voglia di rimettersi in forma dopo o in vista dell’estate. Quindi ben venga il 24 maggio però è come se si avesse una bella automobile che ora può camminare, ma nella quale non si riesce a fare benzina, il risultato è che non si riesce a far partire la macchina”.
“In una situazione di grande emergenza – continua Menconi – i club si trovano anche a dover gestire i voucher perché chi aveva sospeso gli abbonamenti la legge prevedeva che venissero dati ai clienti per il periodo di sospensione. Ovviamente prima si smaltiscono i voucher e prima si ricomincia ad incassare”.
“Non tutte le palestre – ammette Menconi – riusciranno a riaprire senza problemi economici; una fetta importante di strutture del settore fitness non ha ricevuto ristori. Una situazione particolarmente sentita dalle piccole strutture che non hanno la possibilità di usufruire di finanziamenti da parte del mondo bancario”. “Finanziariamente parlando – avverte – la banca ‘dà retta’ a chi gode di una solidità economica che lo rende solvibile nei prestiti. Ovviamente, questo discorso non si può applicare alle strutture sportive cosiddette giovani che hanno difficoltà a richiedere un finanziamento non avendo alle spalle una storia economica importante”. “Fortunatamente – ricorda Menconi – in Italia la maggior parte dei club ha una storia lunga che supera i 10 anni di attività, ma il Covid ha minato la solvibilità di molte strutture”.
Intanto l’iniziativa promossa da Alessandro Madonia, ceo di Palestre di successo, primo portale italiano dedicato ai centri fitness, per sensibilizzare le persone a sostenere le palestre diventa virale. Si parte con un leitmotive su facebook e già dopo pochi click, l’iniziativa diventa virale: Save the fitness, #aiutaciaripartire. In centinaia i profili facebook hanno modificato la propria immagine del profilo con il motivo ‘Save the fitness’, per mostrare la propria vicinanza e dare la carica ad un settore fortemente danneggiato dalla pandemia che ora più che mai, va sostenuto per poter riaccendere i motori e riaprire le porte ai propri clienti.
Save the fitness questa volta non vuole essere un appello agli addetti ai lavori, ma una richiesta di aiuto rivolta a tutti gli italiani. “Il fitness – dice Alessandro Madonia – genera salute, prevenzione, rafforza il sistema immunitario e non può più essere un’attività accessoria per nessuno, deve entrare a far parte nello stile di vita di tutti. Aiutando il settore fitness aiutiamo noi stessi. Perché la nostra salute e la prevenzione devono essere messi al primo posto sempre, non solo quando c’è un’emergenza sanitaria o una pandemia e tutti noi dobbiamo lavorare sul nostro stile di vita. L’appello che faccio in una giornata come questa è sosteniamo tutti insieme questo nuovo inizio, perché non si tratta solo di aiutare i titolari di centri fitness, i trainer e gli operatori, ma di aiutare noi stessi e darci la possibilità di fare qualcosa per la nostra salute. Muoviamoci e salviamo il fitness, perché il fitness salverà noi”.