Per il raggiungimento dell’immunità di gregge “tenderei a dirle entro l’estate, stando larghi per prudenza tra agosto e settembre”. Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e coordinatore del Cts Franco Locatelli, ospite di e-Venti su Sky TG24. “Già a giugno – ha aggiunto – avremo più di 20 milioni di dosi disponibili” di vaccino anti Covid, “che ripartite in un conteggio giornaliero ci porta a un dato tra le 650 e le 670mila dosi al giorno. Continuando di questo passo riusciremo certamente a ridurre ulteriormente la circolazione del virus”.
“Ci stiamo avvicinando ad una fase molto più tranquilla e che crea decisamente meno preoccupazione rispetto a quella che abbiamo vissuto l’anno scorso – ha spiegato – e la ragione è la disponibilità di vaccini, che siamo riusciti già a somministrare più o meno al 33% della popolazione del Paese con almeno una dose. Questo è un dato assolutamente importante anche perché sono stati concentrati gli sforzi sulle popolazioni più fragili, che pagavano il prezzo più alto alla pandemia e cominciano ad essere sensibilmente protette”.
Riguardo alla “valutazione dell’Ema sul vaccino Pfizer ai 12-15enni è attesa entro la fine del mese di maggio, poi sappiamo che l’Aifa è molto veloce nel dare l’approvazione su scala nazionale, quindi potremo certamente iniziare una fase prima” del rientro a scuola. “Mi permetto di ricordare però – ha aggiunto – che dobbiamo ancora completare il processo di messa in sicurezza della fascia degli over 60 e degli over 50. Completiamo il percorso di messa in sicurezza di chi rischia di pagare il prezzo maggiore, poi apriamo su tutte le altre fasce d’età”.
Poi i richiami. “Quella sulla necessità o meno di richiami è una domanda fondamentale, ma che fa riferimento alla durata della protezione conferita dal vaccino: non sappiamo ancora compiutamente quanto durerà, fino a 9-10 mesi dovremmo essere largamente coperti, da lì in poi è un’eventualità assolutamente possibile se non probabile che dobbiamo andare incontro a una dose di richiamo” ha detto Locatelli.
Quanto alle mascherine, “se i numeri continueranno ad andare nella direzione che hanno preso, certamente si potrà aprire una riflessione” sulla possibilità di ridurne l’uso. “Credo – ha sottolineato – che la stella polare sia quella di andare a tenere sempre più sotto controllo i numeri, poi ragioneremo anche sull’abbandono delle mascherine almeno in determinate situazioni e circostanze”.
Parlando poi della variante indiana Locatelli ha detto che “per quello che sappiamo oggi, sembra essere connotata da maggiore contagiosità ma non da maggior patogenicità, ha maggiore capacità di diffondersi ma non sembra essere in grado di provocare patologie più gravi”.