“Tutte le misure intraprese stanno avendo effetto, vanno mantenute. Sui vaccini, priorità alla fascia 70-79 anni”. Il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e coordinatore del Cts, si esprime così a Che tempo che fa rispondendo alle domande sull’evoluzione dell’epidemia di coronavirus e sulla necessità di mantenere restrizioni per arginare il contagio. “I dati mostrano il rallentamento e una flessione” della curva epidemia. “L’indice Rt è sceso da 1.16 a 1.08, l’incidenza sul territorio da 264 a 247 casi ogni 100.000 abitanti. Il numero assoluto dei contagiati in una settimana è calato di 9.000 unità, ma abbiamo comunque avuto 145.000 nuovi casi e non dobbiamo dimenticare il carico sulle terapie intensive, siamo al 39%. Il numero dei ricoverati è 3.700 ed è vicino al picco di 4.063 raggiunto ad aprile dello scorso anno. Tutte le misure intraprese stanno avendo effetto, vanno mantenute”, aggiunge.
Tra i temi d’attualità, il dibattito relativo all’introduzione dell’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario che è a contatto con i malati. Il premier Mario Draghi, nell’ultima conferenza stampa, ha fatto riferimento ad un provvedimento -probabilmente un decreto- in dirittura d’arrivo. “E’ in atto una discussione a livello di governo, la mia posizione è assolutamente nota: l’ho sempre definita una condizione imprescindibile per poter svolgere un ruolo sanitario a contatto con i malati”, dice Locatelli. “Chi si rivolge a strutture ospedaliere deve avere tutte le garanzie che si sia fatto il massimo per proteggere dal rischio di contagio e in questo massimo rientra certamente la vaccinazione di chi opera in sanità”, aggiunge.
“La fascia fra i 70-79 anni va tutelata prioritariamente, è una fascia con una mortalità del 10%. Anche nella prima fascia di persone vaccinate è stato seguito il criterio anagrafico, insieme agli operatori sanitari sono stati ammessi over 80 e personale delle Rsa, e notiamo già una flessione dei contagi”, afferma evidenziando l’importanza di privilegiare, nella campagna di vaccinazione, i soggetti più a rischio. “Si è data priorità anche a soggetti vulnerabili, si è cercato di proteggere i più fragili, e anche qui il criterio dell’età è importante”, dice ancora.