Nell’Italia dell’emergenza coronavirus sono 5 le Regioni a rischio alto, 13 quelle a rischio moderato. Per questo si invita a “mantenere rigorose misure di mitigazione nazionali” e una “drastica riduzione di interazioni e mobilità”. Lo riporta la bozza del report di monitoraggio Covid-19 di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute relativo al periodo 15-21 marzo con dati aggiornati al 24, che osserva un “miglioramento complessivo del rischio, sebbene complessivamente ancora alto. Cinque Regioni (Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte, Puglia e Toscana) – si legge – hanno un livello di rischio alto secondo il Dm del 30 aprile 2020. Tredici Regioni/Pa hanno una classificazione di rischio moderato (di cui 10 ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e 3 hanno una classificazione di rischio basso (Basilicata, Campania, e la Provincia autonoma di Bolzano).
E ancora: tredici Regioni/Province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1. Tra queste, una Regione (Valle d’Aosta) ha un Rt con il limite inferiore maggiore di 1,5 compatibile con uno scenario di tipo 4, e un’altra (Calabria) ha un Rt con il limite inferiore maggiore di 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Otto Regioni hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/Pa hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo 1″.
12, inoltre, le Regioni con ricoveri e terapie intensive sopra la soglia critica: “Rimane alto il numero di Regioni/Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (12 Regioni/Pa vs 13 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento e sopra la soglia critica (39% vs 36% della scorsa settimana). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è ancora in aumento da 3.256 (16 marzo) a 3.546 (23 marzo). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è anche in aumento e sopra la soglia critica (43%), con un forte aumento nel numero di persone ricoverate in queste aree: da 26.098 (16 marzo) a 28.428 (23 marzo)”, riporta la bozza.
“I dati di incidenza, trasmissibilità e il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri – si legge nel documento – richiedono di mantenere rigorose misure di mitigazione nazionali, accompagnate da puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione”.
“L’incidenza a livello nazionale è ancora molto elevata”, si legge ancota. “Alla luce della predominanza di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità”, gli esperti raccomandano di “mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità”.
“E’ fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile – avvertono Iss e ministero – Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie, compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi”.
L’indice Rt in Italia scende a 1.08, in calo rispetto all’1.16 della scorsa settimana. Lieve calo anche per l’incidenza nazionale, ma 7 regioni restano al di sopra della soglia critica rischiando (o confermando) la zona rossa. E’ quanto si apprende dalla Cabina di regia Istituto superiore di sanità (Iss)-ministero della Salute su Covid 19.
Sul capitolo incidenza nazionale, a quanto apprende l’Adnkronos Salute dalla cabina di regia, nella settimana dal 19 al 25 marzo sono infatti 247 i nuovi casi di coronavirus ogni 100mila abitanti, sotto la soglia critica di 250 contagi su 100mila che veniva superata la settimana precedente. Molto al di sopra della soglia critica di incidenza sono l’Emilia Romagna, con 349 nuovi casi di Covid-19 ogni 100mila abitanti, Friuli Venezia Giulia (410), Lombardia (293), Marche (284), Piemonte (355), Provincia autonoma di Trento (279), Puglia (293) e Valle d’Aosta (292). Nel Lazio l’incidenza è di 217 nuovi casi ogni 100mila abitanti, in Veneto di 254 su 100mila. La Sardegna ‘vanta’ un’incidenza di 68 nuovi contagi ogni 100mila abitanti, la più bassa.