Home ATTUALITÀ Covid Italia e bollettino, va eliminato? Cosa dicono Vaia, Galli, Gismondo

    Covid Italia e bollettino, va eliminato? Cosa dicono Vaia, Galli, Gismondo

    (Adnkronos) – Abolire il bollettino quotidiano covid: cosa ne pensano gli esperti? In un’intervista a Libero, Francesco Vaia, direttore dell’Istituto Spallanzani di Roma, ha detto: “Basta col bollettino dei morti di Covid”. L’aumento dei decessi “non mi preoccupa affatto. In questo momento non vi sono assolutamente elementi di allarme, con buona pace di chi continua a terrorizzare e a profetizzare sciagure, facendo un danno incalcolabile al Paese, soprattutto ai più giovani”. 

    Per il direttore dello Spallanzani “è tempo di fare una analisi coraggiosa. In Scozia l’hanno fatto, ad esempio, ed è stato stimato che circa la metà delle morti in persone infettate dalla variante Omicron non fosse dovuta a Covid”. Serve conteggiare diversamente i decessi. “Non è semplice, ma dobbiamo provarci. Il bollettino quotidiano con quel tipo di dati, che oggi sono per forza di cose poco precisi nel delineare il quadro clinico reale, va eliminato. A cosa serve, siamo onesti, se non a mantenere quello stato di angoscia che tanti guasti ha procurato? Pensiamo al tasso di suicidi, che è aumentato in maniera davvero preoccupante, soprattutto nei giovani. Lo dico chiaramente: chi ritiene che questa comunicazione vada mantenuta fa tanto male al Paese”. 

    Galli
     

    “Sono assolutamente contrario all’eventuale cancellazione del bollettino quotidiano sui dati Covid. E’ giusto che ogni giorno sia data informazione di ciò che si registra, decessi compresi. Non vedo in modo positivo un atteggiamento ‘protettivo’ dell’opinione pubblica che, in questo modo, si presuppone composta da persone irresponsabili a cui celare le cose”, afferma all’Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “I dati vanno riferiti, con trasparenza, fino alla fine dell’epidemia. Non sono d’accordo in maniera radicale su una tesi di ‘riduzione dell’informazione’: i dati vanno elaborati ogni giorno e forniti a tutti quotidianamente”, rimarca Galli. 

    Gismondo
     

    “I bollettini” giornalieri su Covid-19 “avrebbero dovuto stopparli già da tempo” ed eliminarli “sarà la prima cosa da fare per risvegliare la gente da questo incubo sociale”. Così Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, su questo punto come su altri si dice “assolutamente d’accordo con il collega Francesco Vaia”. 

    “Niente più bollettini” né sulla positività generica a Sars-CoV-2 né sul numero di decessi, “che non ha alcun significato e che spesso non è neanche corretto – sottolinea l’esperta all’Adnkronos Salute – nel senso che quelli che vengono registrati come morti Covid non sono tutti pazienti che hanno perso la vita per la malattia Covid-19, ma anche ricoverati per altre patologie gravi, risultati positivi al coronavirus”. Con Vaia “ci confrontiamo spesso – evidenzia Gismondo – e le nostre idee, i nostri pensieri su questa pandemia hanno sempre coinciso”. 

    Lopalco
     

    “Sono d’accordo che divulgare il bollettino quotidiano Covid dei decessi ha poco senso. La sorveglianza del virus deve comunque proseguire in modo accurato. Una buona alternativa potrebbe essere la sola pubblicazione di un bollettino settimanale di tutti i dati”. A dirlo all’Adnkronos Salute è l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento. 

    D’Amato (Lazio)
     

    “Penso che si possano rivedere le modalità” del bollettino Covid quotidiano nazionale, “anche perché siamo in una fase diversa di gestione e condivisone che credo , quindi penso si possano rivedere alcune indicazioni. Ma valutare la fattibilità di questo cambio compete al nuovo ministro della Salute”, afferma all’Adnkronos Salute l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. Ogni giorno anche la Regione Lazio analizza la situazione Covid con un proprio rapporto: “Noi abbiamo sempre puntato alla massima trasparenza e questo ha consentito una grande adesione alla campagna vaccinale”, ha precisato D’Amato.