(Adnkronos) – “Via il Green pass a fine primavera. Via subito i colori delle Regioni e la quarantena per gli alunni vaccinati”. Le mascherine all’aperto invece “teniamole ancora un po’. Siamo ancora in inverno, la mascherina non è una devastante limitazione della nostra libertà. La circolazione virale è ancora molto alta a causa della Omicron e contiamo quotidianamente molti contagi. Siamo in una fase di regressione, è vero, ma le mascherine non sono invasive e personalmente le terrei fino alla fine dello stato di emergenza”. E’ tempo per apportare qualche cambiamento alla regole per Fabio Ciciliano, medico ed esponente del Cts, ma con cautela, spiega in un’intervista al ‘Giornale’. Una cautela che va riservata, a suo avviso, anche al nodo discoteche, in quanto sono “la sublimazione del rischio di trasmissione. Anche se limito il numero degli ingressi, le persone non sarebbero mai equamente distribuite ma accalcate”, evidenzia.
Al di là del super green pass che “è uno strumento valido per la vita di tutti i giorni”, nelle discoteche “c’è gente che balla, quindi aumenta la frequenza respiratoria e la quantità di aria che viene emessa in un ambiente ristretto”. La decisione su una loro riapertura a metà febbraio “è ovviamente politica. È fattibile se si riduce la circolazione virale. Ci sono 1.823 contagi su 100 mila abitanti settimana, quel numero va abbattuto”, avverte. Quanto al sistema dei colori, “ora è sufficiente mantenere la zona rossa perché è il campanello di allarme di una situazione a rischio”, riflette. Per inserire cosa? “La distinzione esiste già nei fatti: vaccinati e non vaccinati. Le limitazioni vanno tenute solo per questi ultimi. Non è una forma di punizione ma di tutela nei loro confronti. Omicron colpisce tutti ma i più vulnerabili sono i no vax che finiscono in terapia intensiva o peggio”.
Per Ciciliano “è ora di cambiare metodo” anche sulle scuole che “devono sempre stare aperte e bisogna dare la possibilità ai vaccinati e agli immunizzati di frequentare sempre in presenza anche quando si sono verificati casi di positivi che invece restano a casa. Il ragionamento non è discriminatorio perché tutela il diritto allo studio collettivo. Inoltre, i non vaccinati non sarebbero esclusi dalla didattica, perché rimane garantita con la Dad. Bisogna uniformare le regole dalle elementari alle superiori e chiudere solo dopo tre o quattro contagi ma solo per chi non si è vaccinato”. Il green pass, spiega infine, “è uno strumento di emergenza e diventerà sempre più residuale con l’incremento delle vaccinazioni e la riduzione dell’impatto del virus sul sistema sanitario. Nel frattempo va abolita la scadenza per chi ha fatto il booster. Non ha più senso visto che la quarta dose non è prevista se non, forse, per i fragili”.