(Adnkronos) – Come sarà quest’estate sul fronte Covid? Se lo chiede il virologo Roberto Burioni che puntualizza: “Non abbiamo una risposta certa, ma siamo in grado di fare una previsione ragionata”. “Al netto di eventuali sorprese, è possibile che durante l’estate il numero di casi diminuirà, ma è altrettanto probabile che in autunno ci sarà una risalita delle infezioni”, spiega in un intervento pubblicato su ‘la Repubblica’. “Quanto sarà grave questa risalita autunnale? Nessuno può dirvelo, perché entreranno in gioco fattori al momento completamente imprevedibili: per esempio non sappiamo se emergeranno nuove varianti e non sappiamo quale sarà tra alcuni mesi la protezione residua derivante dalla vaccinazione”.
Per il docente dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, “è evidente che quello che dobbiamo fare, oltre a goderci con giudizio l’estate”, e cioè “prepararci per l’autunno sulla base di quello che sappiamo con certezza. Sappiamo che è importante il ricambio dell’aria, abbiamo mesi per fare sì che nelle scuole, negli uffici e in tutti i luoghi dove ci si affolla la circolazione dell’aria sia adeguata anche a finestre chiuse e questo elemento già da solo potrebbe dare un contributo notevole al controllo della diffusione del virus. Sappiamo che i farmaci antivirali sono molto efficaci e dovremo essere in grado di somministrarli tempestivamente alle persone fragili che si ammaleranno”.
Quanto alla domanda se Covid sia stagionale, Burioni risponde “sì e no”. Molte infezioni, argomenta, “hanno un andamento stagionale, con i casi concentrati in un certo periodo dell’anno. Il virus che li rappresenta tutti – il campione olimpionico della stagionalità – è senz’altro l’influenza che circola da gennaio fino a marzo con un picco agli inizi di febbraio, quasi scomparendo negli altri mesi”. In generale, “tutti i virus a trasmissione respiratoria circolano molto di più nei mesi invernali”.
E, aggiunge l’esperto, “parafrasando la bella canzone di Bruno Martino questi virus ‘odiano l’estate'”, perché “si vive molto di meno al chiuso, dove la ventilazione naturale disperde i virus. Quando si sta al chiuso, poi, c’è maggiore ricambio d’aria perché più spesso si tengono le finestre aperte. Le scuole, che sono un amplificatore efficacissimo degli agenti infettivi, sono chiuse; infine d’estate c’è più sole e i raggi ultravioletti sono molto efficaci nell’inattivare i virus”. Ma, ricorda il virologo, “dobbiamo ricordarci che un virus appena passato nell’uomo e non ancora ben adattato può avere una stagionalità alterata”.
Per quanto riguarda il vaccino anti-Covid, conclude Burioni, “nessuno vi può dire ora se ci sarà bisogno di un richiamo, chi dovrà sottoporsi ad esso e con quale vaccino si dovrà eseguire. Però sappiamo che è possibile, anzi probabile che di questo richiamo ci sarà bisogno. Dovremo dunque essere pronti a vaccinare molte persone senza alcun ritardo se il richiamo si dimostrerà necessario”. “Sarebbe imperdonabile farsi cogliere impreparati”.