(Adnkronos) – Chilogrammi in più nei bambini, soprattutto tra coloro che avevano già un problema di sovrappeso o obesità, a causa della pandemia di covid. Colpa di sedentarietà, noia, cibo spazzatura e troppe ore passate tra tablet e tv. La conferma, a due giorni dalla Giornata mondiale dell’obesità del 4 marzo, arriva da un recente studio pubblicato su ‘Jama’, secondo cui nell’ultimo anno i piccoli con chili di troppo sono ulteriormente ingrassati in media di 3-5 chili, più del triplo del giusto aumento di peso dei loro coetanei sani, peggiorando quindi le condizioni di salute. Un quadro del tutto simile per i bimbi italiani, secondo gli esperti della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp), complicato ulteriormente dall’impossibilità da parte degli ambulatori dedicati all’obesità infantile, di far fronte a questo aggravamento, perché tra i primi a essere chiusi con il lockdown.
“L’obesità infantile è un problema irrisolto nel nostro Paese – afferma Mariacarolina Salerno, presidente Siedp e direttrice dell’Unità di Pediatria endocrinologica del dipartimento di Scienze mediche traslazionali dell’Università Federico II di Napoli – che la pandemia non ha fatto altro che peggiorare, con l’aumento del consumo di snack, bibite e il maggior tempo trascorso davanti a pc e tablet, complice anche la Dad. E’ fondamentale tornare a muoversi e seguire una corretta alimentazione con ritmi e giuste quantità, perché – ammonisce Salerno – sovrappeso e obesità che perdurano negli anni dello sviluppo, possono associarsi a complicanze anche gravi, come diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa e depressione. Ma la questione è complessa e sfaccettata e – puntualizza Salerno – coinvolge il bambino, la famiglia e la società ed è importante non trascurare quelle forme di obesità che possono avere alla base un disturbo endocrinologico.
“La famiglia spesso tende a sottovalutare il problema, sia perché – sottolinea Maria Rosaria Licenziati, segretario generale Siedp e direttrice del Centro obesità e patologie endocrine correlate del Santobono-Pausilipon di Napoli – è inconsapevole (4 mamme su dieci non si rendono conto dei chili di troppo nel proprio bambino), sia perché è di frequente lasciata sola ad affrontare la situazione, raramente di facile soluzione”.
“C’è anche da affrontare un risvolto prettamente sociale, infatti spesso i bambini sovrappeso o obesi si trovano in contesti economici e culturali già di per sé svantaggiati, proprio quei contesti – continua Licenziati – che la pandemia ha colpito ancora più duramente. E il problema non si esaurirà con la pandemia, ma lascerà i suoi strascichi a lungo: infatti si stima che un bambino obeso abbia un rischio di divenire un adulto obeso dal doppio a 6,5 volte maggiore rispetto a un bambino normopeso. Alla luce di questo scenario – conclude – diventa ancora più importante promuovere l’adesione alle raccomandazioni di una corretta alimentazione e attività fisica di bimbi e adolescenti, che la Siedp ha raccolto in un semplice vademecum”.