“I cinesi, almeno finora, non hanno offerto la necessaria trasparenza di cui e noi la comunità internazionale abbiamo bisogno per impedire che questo tipo di pandemie si ripresentino”. A dirlo è Ned Price, portavoce del dipartimento di Stato statunitense. Al centro delle critiche il recente rapporto della missione dell’Organizzazione mondiale della sanità a Wuhan, epicentro della pandemia, in cui è stata confermata l’origine animale del virus. Secondo Washington, però, l’indagine è viziata dalle interferenze di Pechino. Per questo Price ha chiesto all’Oms di far visionare il rapporto “agli esperti” americani.
Non si è fatta attendere la risposta stizzita del ministro degli Esteri cinese, Wang Wenbin. Il ministro ha esortato la nuova amministrazione Biden “ad adottare un’attitudine aperta e trasparente” e ha invitato “gli esperti dell’Oms a condurre ricerche negli Stati Uniti”.
Duro nei confronti dell’America anche Peter Daszak, uno degli scienziati che ha partecipato alla missione a Wuhan, spesso criticato per le sue posizioni “troppo” filo-cinesi. “Joe Biden deve sembrare duro con la Cina – ha scritto su Twitter – Per favore non fate troppo affidamento all’intelligence statunitense: sempre più disimpegnata sotto Trump e francamente imprecisa su molti aspetti. Felice di aiutare la Casa Bianca per verificare le loro ricerche, ma non dimenticate che si tratta prima di fiducia, poi di verifica”. Senza scomodare Danny Boyle, “uno scenario quasi da film”.