Ormai una ‘Giornata Nazionale’ non si nega a nessuno, al punto che, in questo affollato – ed a volte surreale – calendario celebrativo, finiscono purtroppo per passare in secondo piano mestieri e categorie (quando non specie animali in estinzione), di grande rilevanza.
Così, visto che a giorni (il 25 settembre), è la volta della Giornata mondiale dei farmacisti, Johnson & Johnson Consumer Health Emea – che moltissimo deve a questa categoria – ha commissionato un’interessante ricerca per ‘ricordarci’ il prezioso ruolo svolto dalla categoria in occasione della pandemia. Del resto, con la maggior parte dei medici di base divenuti in gran parte latitanti (erano terrorizzati), e reperibili frettolosamente solo telefonicamente – che assurdità – tolti quei pochi eroici dottori impernato in un rischioso ed ‘eroico’ porta a porta, la maggior parte di noi ha spesso trovato conforto proprio nel farmacista di fiducia.
Inutile negarlo, l’emergenza sanitaria ha finito per modificare anche le percezioni di tutti noi rispetto anche a sintomi una volta ‘sopportati’ e poco considerati, come raffreddore e tosse.
Infatti, come evidenzia lo studio condotto da J&J, oggi il 37% degli italiani – terrore a parte – non è più in grado se attribuire tosse e raffreddore ad un malanno stagionale, o alla sintomatologia di un virus.
Per non parlare poi di quanti (il 41%), manifestano timore a mostrarsi in pubblico raffreddati o, peggio, con un po’ di tosse.
In questo senso, anche oggi, sono i farmacisti i primi medici con i quali gli italiani si rapportano. Se tra quanti afflitti da tosse e raffreddore, 3 italiani 5 preferiscono ‘rifugiarsi’ tra le quattro pareti di casa, il 23% si rivolge al proprio farmacista per avere un parere.
Fa inoltre sorridere che in Italia, o perlomeno fra gli intervistati che manifestano timore, si distingue un nutrito 41% che, addirittura, aspetta l’ok dal ministero della Salute – con tanto di circolare – per poter far valutare la propria sintomatologia influenzale al farmacista di zona!
Come ha tenuto a commentare il presidente ed amministratore delegato di Johnson & Johnson Consumer Health Italy, Duarte Dias, ”Il ruolo dei farmacisti non può essere sottovalutato, soprattutto dopo gli eventi degli ultimi 18 mesi e le continue incertezze che purtroppo emergono quotidianamente“. Riguardo al sondaggio aggiunte, ”I risultati indicano chiaramente una mancanza di fiducia dei consumatori stessi nel comprendere correttamente da soli i sintomi influenzali e le cure più efficaci. Ecco perché investiamo in un continuo supporto ai farmacisti, figure fondamentali per aiutare i cittadini nella valutazione dei sintomi e fornire consigli e cure opportune al momento giusto“.
Oltretutto, visto che con il lockdown, il distanziamento, il gel e le mascherine, almeno il 20% delle famiglie italiane, ha annullato, ed in parte ritardato, l’avvento dell’influenza, ora con la ripresa delle scuole, si teme invece una forte recrudescenza. In questo senso, tornerà prepotentemente in primo piano la figura del farmacista, chiamato a ‘dirimere’ dubbi e certezze. Basti pensare che il 28% di quanti intervistati ha annunciato che, prima dell’arrivo dell’inverno, darà priorità al vaccino antinfluenzale. E visto che ‘funziona’, il 40% continuerà a tenere la mascherina in pubblico.
In tutto ciò dunque, conclude il presidente, ”Johnson & Johnson Consumer Health riconosce la sfida quotidiana che devono affrontare i farmacisti e le difficoltà che devono prepararsi a gestire nel prossimo autunno e inverno. Con una lunga esperienza nel sostenere 1,2 miliardi di pazienti grazie a scoperte d’avanguardia, marchi leader di mercato e risorse educative, l’azienda si impegna a innovare continuamente e sfruttare le proprie conoscenze per rendere le cure accessibili a tutti, aiutando così anche i sistemi sanitari pubblici, estremamente sovraccaricati dalla pandemia mondiale”
Max