(Adnkronos) – L’emergenza Covid non è ancora del tutto finita e continua ad assorbire risorse ed energie del Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, se l’attenzione deve rimanere alta, non si possono trascurare, soprattutto per i bambini e le categorie fragili, tutte le atre vaccinazioni obbligatorie che proteggono da patologie batteriche gravi e invasive, come le meningiti.
Dunque, non si può abbassare la guardia e non si può tralasciare o rallentare il percorso di prevenzione necessario a scongiurare i rischi di queste malattie. A concordare su questa necessità e a ribadire l’importanza della vaccinazione sono clinici ed esperti ascoltati nell’ambito di “Pre-Occupiamoci della meningite”, un progetto editoriale di sensibilizzazione a livello nazionale sui rischi legati a questa patologia, ideato e promosso dal Gruppo Adnkronos con il supporto non condizionante di Gsk Italia.
Le malattie batteriche sono più gravi rispetto alle malattie virali e si manifestano con una sintomatologia più acuta.
“Le meningiti sono malattie infettive che colpiscono l’involucro dell’encefalo e del midollo spinale, per l’appunto le meningi – spiega Milena Lo Giudice, pediatra di libera scelta di Palermo – Possono essere di varia natura: di tipo virale, fungino e batterico. Le più gravi sono sicuramente quest’ultime. Nel 10% dei casi l’esito può essere letale, nel 20-30% le conseguenze si manifestano a distanza di tempo e possono essere molto gravi, come sordità, paralisi, ritardo mentale e, nei casi ancora più importanti, amputazioni di arti”.
“In generale le patologie batteriche rappresentano un gruppo di malattie comprendenti meningiti, sepsi, polmoniti – sottolinea Daniel Fiacchini, dirigente medico del Dipartimento di Prevenzione Asur Marche e coordinatore del Gruppo di lavoro Comunicazione per la Sanità Pubblica della Società Italiana di Igiene (SItI)- si caratterizzano per la presenza di un batterio in siti ‘sterili’, dove non dovremmo normalmente trovarlo, come i polmoni, le meningi o il sangue”.
“I batteri che provocano le meningiti sono diversi – continua Fiacchini – Fino agli anni ‘90, soprattutto nei bambini sotto i cinque anni, la principale causa di meningite batterica era un batterio denominato haemophilus influenzae. Poi, grazie alla vaccinazione esavalente, questo batterio ha causato sempre meno casi. Oggi i batteri riscontrati con maggiore frequenza nelle forme gravi di meningite sono lo pneumococco e il meningococco. Nei primi due anni di vita c’è la possibilità di proteggere i nostri bambini da tutte le principali forme di meningite. Le vaccinazioni, obbligatorie o raccomandate, rappresentano sempre un livello essenziale di assistenza”.
Grazie alla vaccinazione i bambini possono essere protetti con almeno tre differenti tipologie di vaccini: nell’esavalente è contenuto il vaccino per l’haemophilus influenzae di tipo B. Contestualmente è possibile fare quello contro lo pneumococco e successivamente si utilizza anche il vaccino contro il meningococco C oppure contro i meningococchi A, C, W, Y. Vale la pena ricordare che la protezione vaccinale non coinvolge solo i bambini, ma può essere estesa anche agli anziani e alle persone fragili.
È importante ribadire, soprattutto in una fase come questa, segnata da dubbi di ogni genere, che i vaccini sono sicuri – spiega la dottoressa Lo Giudice – sono ampiamente sperimentati e ottenuti da piccolissime proteine dei batteri, capaci di indurre l’immunità e mai in grado di produrre la vera e propria malattia. Ribadisco che, in tal senso, un aspetto fondamentale è il rapporto di fiducia tra il pediatra e la famiglia. È normale che i genitori abbiano dei dubbi e vogliano informarsi ma è altrettanto giusto rispondere a tutte queste paure con argomentazioni scientifiche e guidare verso scelte giuste, come la vaccinazione contro la meningite”.
“In questo momento il rischio più grande è che a causa dell’emergenza da Covid 19 si trascurino vaccinazioni fondamentali per altre patologie – conclude Fiacchini – È molto importante mantenere coperture vaccinali elevate e non abbassare la guardia nei confronti di altre gravi patologie. Non si può rischiare che, a furia di concentrarci sul Covid – 19, sottovalutiamo le altre malattie infettive, declassandole a patologie di serie B. Alcune magari sono poco frequenti ma da un punto di vista clinico possono essere estremamente più gravi, fino ad essere fatali”.