Il governo tra le varie iniziative per la ripresa dell’anno scolastico sta studiando “la possibilità di estendere il meccanismo dello Scuolabus per gli studenti delle superiori”. Lo ha riferito il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini in un’audizione al Senato aggiungendo però che potrebbe essere “più complesso” da realizzare nelle aree non urbane ma “è un punto su cui alcune regioni e province autonome hanno investito e quindi la disponibilità dei piani delle regioni potrebbe consentirci di identificare quelle buone pratiche da generalizzare”, così come, sulla scorta di una sperimentazione in una regione si analizza un sistema di aumento dell’areazione sugli autobus per ridurre i rischi di contagio.
“L’obbligo della mascherina è confermato – ha aggiunto il ministro – e stiamo interagendo con il Cts per capire che cosa si può fare ulteriormente per assicurare una quota dell’80% del tasso di copertura indicato anche dal presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga come una condizione necessaria per assicurare il funzionamento del sistema del Trasporto pubblico locale”.
Secondo Giovannini, inoltre, le sanificazioni sui mezzi di trasporto pubblico locale, bus e metro, dovrebbero essere “effettuate anche durante la giornata e non solo all’inizio e alla fine”, motivo per cui “sono stati fondi aggiuntivi” così come il sistema dei “controlli va rafforzato”. “Ne discuteremo con le Regioni e le Province per assicurare controlli e monitoraggi – ha aggiunto – siamo in attesa dei piani delle Regioni che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni per prendere ulteriori iniziative”.
“La situazione attesa del Trasporto pubblico locale vuoi per l’aumento dei fondi, vuoi per l’aumento dei servizi aggiuntivi, vuoi per la riduzione attesa della domanda non rappresente al momento un fattore limitativo della presenza degli studenti nelle scuole”, il messaggio del ministro. “Naturalmente – ha detto -l’evoluzione della campagna vaccinale è cruciale. Più persone saranno vaccinate più si riduce la probabilità di contagio sui mezzi di trasporto o a scuola”.
“Per quanto riguarda la scelta di mezzi di trasporto per recarsi sul posto di lavoro, per il totale degli intervistati (occupati e studenti maggiorenni) si registra un calo nell’utilizzo atteso dei mezzi pubblici pari a circa il 20% (-6,5 punti percentuali in termini di variazione di quote). Con riferimento ai soli occupati il calo è pari a circa il 29%. In conclusione, sulla base delle azioni intraprese e delle analisi svolte dall’Istat, è presumibile un minor ricorso ai mezzi pubblici nei prossimi mesi rispetto al periodo precedente la pandemia”. “Con riferimento all’analisi della frequenza settimanale degli spostamenti, – ha spiegato Giovannini – si registra una diminuzione di circa 10 punti percentuali degli occupati che si recheranno sul posto di lavoro almeno 5 giorni alla settimana. Contestualmente, la frequenza di chi si recherà a lavoro per meno di 5 giorni alla settimana passa dall’8,9% al 16,6%. Inoltre, la percentuale di occupati che prevede assenza di spostamenti per motivi di lavoro, ovvero una frequenza inferiore su scala mensile, passa dal 5,5% al 9,1%. Circa la metà di chi prefigura una minore frequenza di lavoro in presenza attribuisce la causa della riduzione agli effetti indotti dalla pandemia Covid-19”.
Giovannini ha poi annunciato che “in aggiunta a quanto finora fin qui erogato, nella seconda parte del 2021 per le Regioni e le Province autonome saranno ripartiti: 618 milioni di euro per finanziare servizi aggiuntivi; 800 milioni per compensare minori ricavi. Tali stanziamenti appaiono pienamente adeguati a sostenere un aumento consistente dell’offerta di Tpl per l’intero anno in corso”. Il ministro ha ricordato che nel biennio 2020-2021 sono stati stanziati 2.740 milioni di euro finalizzati alla copertura dei mancati ricavi dovuti all’emergenza sanitaria e alla erogazione di servizi aggiuntivi da parte degli enti territoriali, responsabili del Tpl.