Covid e origine della pandemia. Per Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, il virus non è arrivato all’uomo dagli animali. “E’ successo qualcosa che non doveva accadere ed è successo non perché un virus, come il Sars nel 2003, è passato attraverso il mercato alimentare cinese e attraverso vari animali ha infettato l’uomo” dice ai microfoni di ‘L’imprenditore e gli altri’ su Cusano Italia Tv. “Il Sars-CoV-2 – spiega Clementi – ha una diffusività enorme, ma una mortalità relativamente bassa e questo ha generato dei dubbi e delle perplessità”.
“Se sei immunizzato con entrambe le dosi” di vaccino anti-Covid, “hai una bassa probabilità di infettarti; se hai fatto solo una dose, hai un livello di anticorpi troppo basso” dice Clementi parlando dei nuovi casi di contagio nel Regno Unito, legati alla variante indiana di Sars-CoV-2.
“Sono rimasto sorpreso favorevolmente – dice – dal fatto che in Gran Bretagna, pur partendo in ritardo, con un’epidemia che a Natale aveva raggiunto livelli molto elevati in quel Paese, utilizzando la strategia dell’unica dose AstraZeneca a tutti sono riusciti ad avere una protezione globale che ha fermato l’epidemia. Quindi – ripete – chapeau a Johnson e a questa strategia che andava contro anche ad alcuni dettami di carattere scientifico. E’ chiaro – sottolinea però Clementi – che non avevano fatto i conti con alcune evenienze, come ad esempio la variante indiana che è particolarmente pronta a infettare anche persone con anticorpi, soprattutto quelle che non hanno un’immunità elevata”.
Se la terza dose di vaccino anti-Covid “sarà necessaria dovremo deciderlo a settembre-ottobre, perché in quel momento avremo una valutazione complessiva dell’attuale situazione: quanti soggetti saranno vaccinati, quanti avranno raggiunto l’immunità completa e anche che cosa ci dirà l’industria farmaceutica”.
“Questi vaccini – sottolinea – possono essere modificati in modo sartoriale rispetto al virus che circola, questo è il grosso vantaggio che la tecnologia dell’Rna messaggero ci ha dato. Questo cambierà radicalmente la nostra modalità di approcciare alle malattie infettive”.
“Con questa pandemia sono arrivati in televisione dei ‘virologi-non virologi’ che si sono impossessati della scena, ma sono persone più abituate al cabaret che non alla scienza”. “Queste persone – afferma – hanno rappresentato, soprattutto nei media, un elemento distruttivo nei confronti della disciplina scientifica. Noi – ammonisce – dobbiamo preparare dei virologi veri per il domani, persone che lavorano all’interfaccia tra mondo animale, umano e naturale, perché epidemie di questo tipo nascono lì”.