Nella settimana compresa fra il 2 e l’8 febbraio, in Italia il numero di nuovi casi di positività di 894 persone ogni 100mila abitanti. In quella seguire (dal 9 al 15 febbraio), si è scesi a 604 contagi ogni 100mila abitanti. Infine, tra il 16 ed il 22 febbraio il calo ha toccato la proporzione 488 per 100mila, dunque in 4 settimane l’incidenza dei novi contagi si è più che dimezzata.
Tuttavia il report settimanale – il numero 86 – dell’Instant Report Covid-19 dell’Altems (l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica), invita a restare attenti perché, di fatto, la pandemia non è ancora del tutto sotto controllo.
Anche perché, come rivela il report la media non specifica la tendenza che diviene invece variabile nelle differenti aree del Paese. Ad esempio, nei territori compresi fra il Nord-Ovest la situazione va sicuramente migliorando, con la Valle d’Aosta, il Piemonte e Lombardia, che al momento sono le regioni meno a rischio. Diversamente, le Marche risultano invece essere la regione dove l’epidemia tende a rallentare molto meno. Questo tenendo conto dei dati emersi dall’Indice epidemico composito (Iec) usato dall’Altems. Un metro di valutazione, lo Iec, che si fonda su diversi fattori ‘impattanti’, come 1) l’andamento dell’epidemia; 2) la proporzione dei nuovi positivi tra i testati; 3) l’incidenza dei contagi; 4) lo stress sulle terapie intensive; 5) la mortalità; 6) la proporzione di popolazione non vaccinata.
Come illustra il direttore di Altems, professor Americo Cicchetti, ”I dati mostrano un calo dell’incidenza continuo nel tempo da settimane, ma è il ritmo di questo calo che sta rallentando. Questo è il segnale che la lotta contro il Covid-19 non è ancora terminata e il percorso è lungo. I dati di prevalenza parlano chiaro: il virus è ancora molto diffuso con oltre 1,2 milioni di persone ad oggi positive, con dei picchi nella prevalenza superiori ai 5.000 malati ogni 100mila abitanti in Abruzzo e Sicilia”.
Riguardo invece le regioni che secondo il report mostrano meno rischio, come abbiamo visto, spiega ancora Cicchetti, “Sono Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia, il Nord-Ovest dell’Italia, il contrario di quanto avvenuto all’inizio della quarta ondata dove l’impennata di contagi avvenne proprio dalle regioni nel Nord-Est dell’Italia”.
Max